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Caso di epatite a scuola, genitori in allarme. Scatta la profilassi

Due bambini hanno contratto la malattia, la forma però è la più lieve: la “A”. La patologia colpisce il fegato ed è legata a condizioni di scarsa igiene

 

Una chiamata dal centro vaccinazioni di Cassino e i genitori degli alunni della scuola media di San Vittore sono andati nel panico. Ai loro figli deve essere somministrato un medicinale e avviare la profilassi prevista in casi registrati di epatite A. Qualche mese fa, prima di Natale, una bambina aveva mostrato dei sintomi ed era stata ricoverata con la diagnosi di epatite A. I genitori vennero tranquillizzati, la malattia non è grave, è la forma più leggera e si contrae dal cibo cucinato o conservato male o in condizionidi scarsaigiene.Poi peròsi è registrato un secondo caso.

In queste circostanze le norme di sanità pubblica prevedono che il primo caso non venga considerato focolaio, dal secondo caso che potrebbe essere collegato al primo si può parlare di “focolaio” e scatta quindi la profilassi. In questo caso, poichè si tratta dello stesso ceppo, è scattato il meccanismo e il centro di vaccinazioni di Cassino ha contattato i genitori dei ragazzi che frequentano la stessa scuola. Una scelta frutto di una norma precisa, una precauzione. Entrambi i pazienti fanno parte dello stesso nucleo familiare.

La, comprensibilissima, preoccupazione dei genitori, che si sono visti catapultati in un meccanismo di profilassi per malattie come l’epatite, che desta paura di complicazioni, può trovare così risposte. Alcuni di loro avevano polemizzato: «Quando abbiamo saputo del primo caso ci hanno detto di stare tranquilli e hanno minimizzato, poi ci siamo trovati al telefono con i dottori che ci invitavano a fare la profilassi». I genitori possono stare tranquilli, la situazione è totalmente sotto controllo. Il vaccino, solitamente a pagamento e non obbligatorio, sarà somministrato gratuitamente a tutti i bambini interessati ed esposti al contagio.

Si trasmette attraverso alimenti e bevande o per contatto con persone infette e si differenzia dall’epatite B e dall’epatite C per il fatto che generalmente ha un decorso spontaneo benigno e non cronicizza mai, pertanto non esiste una condizione di portatore cronico del virus A né nel sangue né nelle feci. Le complicanze sono rare.

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