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Casinò, assolto ex governatore Rollandin. Difesa: “assolto con atti rimasti in scatolone chiuso”

Secondo il legale di Rollandin «pur di concludere le indagini in 90 giorni nessuno si è confrontato con il materiale che è stato acquisito. Tant’è che erano rimasti chiusi sigillati i pacchi che contenevano gli atti che hanno portato all’assoluzione»

L’ex  presidente della Regione Augusto Rollandin è stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio continuato e aggravato nella vicenda delle lettere di patronage inviate a tre banche creditrici della Casino’ de la Valle’e spa “perche’ il fatto non sussiste”.

La vicenda giudiziaria

L’accusa riguardava le lettere di patronage che, da governatore, inviò nella primavera del 2014 a tre banche creditrici per 19 milioni di euro (Bccv per 4 mln, Passadore per 5 mln, Popolare di Sondrio per 10 mln) della Casino’ de la Valle’e spa, che già allora era in crisi. Per il pm Luca Ceccanti, che aveva chiesto due anni di reclusione, Rollandin non poteva farsi garante della casa da gioco per conto della Regione in assenza di provvedimento della giunta o del Consiglio Valle: con quelle missive l’allora governatore aveva provocato “un ingiusto vantaggio patrimoniale” alla Casino’ de la Valle’e spa e “un danno patrimoniale” alla Regione, “consistito nell’assunzione di una garanzia complessiva di 19 milioni di euro.

La posizione della difesa

«La fretta è una cattiva consigliera, perché tutti gli elementi erano nel fascicolo del pubblico ministero. Bastava guardarli per rendersi conto che il fatto non sussiste». Lo ha detto ai cronisti l’avvocato Giorgio Piazzese, che difende Augusto Rollandin: «C’era una scatolone di documenti che non era stato depositato. Quindi io avevo detto al giudice che non ero in grado di decidere nei termini di legge perché non erano stati depositati tutti gli atti. Gli atti sono stati depositati in un secondo momento e quindi dopo la richiesta di giudizio immediato da parte della procura ho scelto l’abbreviato in tre settimane anziché in 15 giorni». Secondo il legale «pur di concludere le indagini in 90 giorni nessuno si e’ confrontato con il materiale che e’ stato acquisito. Tant’e’ che erano chiusi sigillati questi pacchi che contenevano gli atti che hanno portato all’assoluzione». «Io li ho fatti aprire dalla cancelliera. Questo scatolone chiuso e’ rimasto in via Clavalite», dove si trova la caserma della guardia di finanza, «fino a quando io non ho detto ‘mandatelo’ al tribunale».

Le motivazioni della sentenza sono attese entro il 30 settembre.

L’avvocato Piazzese ha posto l’accento su una lettera della Bccv al Casino’ (in cui la banca sostanzialmente scriveva: “Restiamo in attesa di ricevere la lettera non impegnativa per la Regione”) e su un’altra missiva, inviata dalla casa da gioco alla Regione (in cui sostanzialmente si diceva: “Trasmettiamo alla Regione, alla cortese attenzione del presidente, la lettera non impegnativa per la Regione”). Per questo, secondo il legale, «tutti sapevano» che le tre lettere di patronage «non erano impegnative: lo sapeva il Casino’, le banche, la Regione». Inoltre «c’e’ un parere agli atti dell’ufficio legale della federazione delle banche di credito cooperativo che dice che quelle lettere non sono impegnative, sono delle lettere di patronage deboli, cioe’ che non sono garanzie e non comportano il trasferimento del debito in capo al garante, come sarebbe nel caso di una fideiussione. Allora, dov’e’ l’evidenza della prova?», conclude il legale.

A cura di Giovanni Cioffi

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