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Cambogia: inizia il processo agli ultimi Khmer Rossi

 Ha avuto il via questa mattina il grande processo agli aguzzini del sanguinario regime Khmer che ha insanguinato la Cambogia negli anni Settanta del secolo scorso.

Al banco degli imputati, 3 uomini e una donna, ultimi sopravvissuti della cerchia del dittatore Pol Pot, che compaiono davanti ai giudici del tribunale delle Nazioni Unite a Phnom Penh, per rispondere delle accuse di genocidio, crimini contro l´umanità, omicidio, tortura e persecuzione religiosa. Le vittime del regime Khmer, stando alle fonti storiche documentate, sono state circa due milioni.

Il processo vede alla sbarra Nuon Chea, 84 anni, indicato come “compagno numero due”, sostanzialmente il vice di Pol Pot ed uno dei fondatori del movimento che si oppose al governo di Lon Nol sostenuto dagli USA, nonché ideologo principale dello sterminio. A seguire, Khieu Samphan, 79 anni, riconosciuto presidente del governo Khmer, anch´egli fra i fondatori del movimento, ideologo della dottrina Khmer e sostituto dello stesso Pol Pot quando leader.

Ieng Sary, 85 anni, vice-primo ministro e ministro degli Esteri dello stato che i Khmer ribattezzarono Repubblica Democratica di Kampuchea. Con la moglie è colui che insieme a Pol Pot prendeva le decisioni chiave per il mantenimento del potere.

unica donna del gruppo, Ieng Thirith, moglie di Sary, 79 anni, ministro degli Affari Sociali della Repubblica Khmer, membro del gruppo di comando che ha deciso la progettazione, l´esecuzione e l´organizzazione dello sterminio, dei campi della morte, delle esecuzioni di massa e organizzastrice della epurazione in seno agli stessi organi di comando del movimento.

Una notizia curiosa: tutti gli imputati, oltre ad avere accumulato grande potere, hanno anche messo insieme un patrimonio indifferente e fino a ieri hanno vissuto nel lusso sfrenato, tuttavia hanno rivolto al tribunale la richiesta per il patrocinio di legali d´ufficio in quanto dichiaratisi indigenti.

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