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Bullismo, la storia di Nasir: “Mi chiamavano serva e Nutella”

Nasir è una bambina statunitense, dalla pelle scura, trasferitasi insieme alla famiglia dalla Georgia a Washington nel mese di agosto dello scorso anno. Qui aveva iniziato a frequentare la scuola, ma le difficoltà non sono state poche. La piccola Nasir ha deciso di raccontare la propria storia in un video, subito diventato virale.

A condividere il video sulla propria pagina Facebook è stata la madre, che ha introdotto: “Non avrei mai immaginato di essere dall’altra parte della camera per questo. Come genitore, mi fa male sapere che la mia bambina è stata bullizzata e a scuola. Per favore guardate, condividete e cambiate!”.

Nel video, la bambina tiene in mano due fogli: su uno di questi è scritto “Il bullismo è reale” e sull’altro  “Condividi la mia storia, aiuta a cambiare la fine”. Nasir ha deciso di condividere la sua storia dopo aver subito, per un anno, insulti di vario tipo: “serva” e “nutella” erano solo due degli appellativi con cui i suoi coetanei la chiamavano.

I genitori, avendo capito la situazione in cui si trovava la figlia, hanno deciso di incontrare la preside della scuola, che però ha detto loro che era assolutamente normale che la bimba avesse difficoltà a relazionarsi con i coetanei perchè  il 7% della popolazione scolastica è nera, il 36% asiatico, il 24% ispanico e il 26% bianco.

“Era una nuova studentessa alla scuola e gli altri studenti avevano già formato rapporti negli anni precedenti. Era una persona completamente nuova che entrava nell’ambiente”: queste le parole della preside, riportate dalla madre di Nasir.

Con il tempo però la situazione a scuola non è migliorata, anzi. Un compagno di Nasir ha lasciato nell’armadietto della piccola il disegno di una pistola, con la scritta “Muori muori muori”.

“Quello che mi fa di più è stato quando mi hanno chiamato Nutella e quel disegno“, ha detto Nasir, che è stata inserita dai genitori in un gruppo di scout, per permetterle di stringere nuove amicizie. Qui Nasir è riuscita a costruire relazioni con altri coetanei, ma è convinta di voler proseguire la sua lotta contro il bullismo: “Se non lo parlerete, peggiorerà. Sarà una situazione più grande da risolvere”, ha detto Nasir.

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