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Boubacar, il giovane che si è gettato sui binari per salvare un uomo

Il ragazzo ha già un permesso di soggiorno umanitario; proposta di un encomio per meriti civili

Niente di speciale. Ha risposto così, Boubacar Manneh, quando i suoi amici gli hanno chiesto cos’aveva fatto nel fine settimana. «Era troppo complicato da spiegare. Non sapevo come dirlo, in che lingua, in che modo». Così a Boubacar, 19 anni, gambiano, ospite di una struttura Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo, gestito dal consorzio sociale Agorà ad Arenzano, è uscita fuori questa frase, insieme a un’alzata di spalle. Non lo aveva raccontato subito nemmeno agli operatori del centro, quello che gli era successo quel giorno, il primo dicembre, alla stazione di Pra’. Il giorno in cui si è buttato sui binari, e ha salvato la vita di un uomo.
Boubacar, quel pomeriggio, è insieme a un amico. Stanno aspettando il loro treno, direzione Genova. Sono in anticipo, si fermano a chiacchierare.
È in quel momento, che lo vedono: un uomo, sul binario opposto. Cammina in fretta, sembra agitato. In un attimo, alza le braccia, e si getta sulle traversine. Boubacar non fa in tempo a pensare: fa un salto, scende sul binario. Insieme al suo amico afferra l’uomo e lo trascina via, prima che il treno arrivi. Quello che accade dopo è il fischio stridente della frenata del convoglio, il brusìo frenetico della stazione che sembra congelarsi per un attimo, come se trattenesse il fiato. La capotreno scende dal vagone e va a complimentarsi con i due ragazzi. Qualcuno chiama il 118, arriva l’ambulanza, poi la pattuglia della Polizia. Boubacar e il suo amico, frastornati, si allontanano, e tornano al centro. La capotreno racconta l’episodio a un milite della Croce Verde: cercano i due giovani, ma in quella confusione trovarli è praticamente impossibile.
Quando hanno saputo quello che era accaduto, gli operatori del consorzio sociale Agorà hanno deciso di scrivere una lettera di encomio. «Siamo di fronte a un caso di meriti civili — spiega Simona Binello, responsabile del settore stranieri di Agorà — proprio come prevede adesso il nuovo decreto Salvini». In realtà, Boubacar il permesso di soggiorno lo ha già ottenuto: quel permesso umanitario che le nuove norme adesso rendono molto più difficile da conquistare. Sostituito, appunto, da permessi speciali temporanei, concesso per motivi di salute di eccezionale gravità, se il Paese di origine è vittima di una calamità naturale, per grave sfruttamento lavorativo o violenza domestica, e per meriti civili. Il paradosso è che Boubacar, se non avesse ricevuto il suo documento prima delle nuove norme, dal circuito Sprar sarebbe escluso: perché ora possono accedervi solo coloro che hanno ottenuto l’asilo. «Facciamo appello alla capotreno in servizio in quel momento, ci piacerebbe incontrarla e farle incontrare Boubacar — sottolinea Maura Ferrando, di Agorà — questa è una bella storia, ed è giusto che si venga a sapere».

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