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Bimba malata di cuore salvata con l’autotrapianto: “Primo caso al mondo”

 

Come nelle favole, tutto è bene quel che finisce bene. Dopo 75 giorni vissuti collegata alla Ecmo – un sofisticato dispositivo di supplenza alle funzioni del cuore e dei polmoni – la piccola G. di dieci anni è tornata a casa. Tutto questo grazie all’intervento di una squadra multidisciplinare dell’ospedale pediatrico Giannina Gaslini di Genova. L’equipe ha salvato la bambina da una cardiopatia congenita e da una grave malformazione polmonare con un intervento unico nel suo genere: è il primo caso di autotrapianto polmonare su un paziente pediatrico. I medici hanno dovuto inventare una strategia terapeutica per dare una possibilità di vita alla piccola nata e cresciuta a Varese. Candidata al trapianto sia del cuore che di uno dei due polmoni, era stata rifiutata da sei centri in Italia e all’estero per l’estrema gravità dell’intervento e la fragilità delle sue condizioni.

Nonostante tutto, al Gaslini hanno deciso d’intervenire con una delicata operazione di cateterismo cardiaco durata nove ore: “Per prima cosa è stata creata una comunicazione tra l’atrio destro e quello sinistro – spiega Maurizio Marasini, direttore dell’unità operativa complessa di cardiologia del Gaslini – poi è stato riportato il flusso dall’aorta nel polmone di destra, che è stato così recuperato. Questo ha determinato i presupposti per poter riconnettere, attraverso un intervento di 13 ore, il tronco dell’arteria polmonare al circolo arterioso del polmone destro”. Il risultato è stato “il suo recupero funzionale e la riduzione del sovraccarico di pressione del ventricolo destro, condizione alla base della disfunzione cardiaca”.

Così le nuvole sono sparite ed è tornato il sole. Grazie al lavoro della squadra del Gaslini già poco dopo l’intervento il cuore e i polmoni di G. hanno ripreso le loro funzioni. Una storia a lieto fine, anche se l’inizio era stato davvero difficile.
Il travaglio di G. inizia dieci anni fa, il giorno stesso della sua nascita. Già dopo i primi vagiti, le analisi rilevano qualcosa d’insolito: il suo cuore ha un problema, un “buchino”, come si dice in gergo. Visto che le brutte notizie non arrivano mai da sole, i medici capiscono che anche il polmone destro sta iniziando a dare problemi, perdendo “connessione” con il cuore e smettendo d’ossigenare il sangue. “Questo ha determinato un aumento di pressione del ventricolo destro, con conseguente scompenso cardiaco cronico e accrescimento ritardato – spiega Martino Cheli, il cardiologo che ha seguito la paziente dall’inizio del suo percorso terapeutico. Il tentativo di chiudere il difetto, realizzato in un altro ospedale quando la piccola aveva solo 20 mesi di vita – è stato interrotto, a causa del danno vascolare polmonare irreversibile, rendendola candidata a trapianto polmonare”.

Con il passare del tempo, la malattia continua a progredire; neanche gli ultimi due anni di cure al Gaslini, durante i quali è stata massimizzata la terapia medica, sono stati sufficienti ad arrestarne la corsa. Il quadro clinico sembra ormai disperato e di fronte a un’aspettativa di vita inferiore all’anno i medici genovesi decidono di tentare di recuperare la funzione del polmone destro: la piccola G. viene così sottoposta a un delicato intervento al cuore condotto da Maurizio Marasini, direttore della cardiologia, e dal suo collega Martino Cheli. In pochi minuti, accade quanto prevedibile vista la gravità dell’operazione: G. va in arresto cardiaco. I medici intervengono e collegano la bambina all’Ecmo, dalla quale dipenderà per  lungo tempo la sua stessa vita. Si arriva così al rifiuto di due centri di riferimento all’estero e di quattro in Italia d’effettuare il trapianto di cuore e a un quadro clinico che non dà segni di migliorare. I medici del Gaslini decidono allora di tentare il tutto per tutto per “dare alla bambina una prospettiva di vita soddisfacente”. Fino all’intervento risolutore, unico caso al mondo di autotrapianto polmonare su un paziente pediatrico.
“Tutto questo ha richiesto un supporto in Ecmo di 75 giorni, un record in assenza di complicanze, e un impegno enorme a qualsiasi ora per il personale infermieristico, i tecnici perfusionisti, i fisioterapisti e i medici – spiega il dottor Andrea Moscatelli –. Nonostante l’arresto cardiaco, la risonanza magnetica del cervello dopo 75 giorni di Ecmo è perfettamente normale, così come le funzioni neurologiche della bambina. Grazie a tutti questi sforzi congiunti, oggi è tornata a scuola con la prospettiva di poter riprendere a crescere e vivere una vita normale”. Soddisfatto anche Paolo Petrella, direttore generale dell’Istituto: “Siamo veramente orgogliosi di questa modalità di lavorare in team multiprofessionale : la capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà e di studiare nuovi percorsi terapeutici , proporzionati e personalizzati , è una delle caratteristiche identitarie degli operatori del Gaslini. Questo si riflette nell’efficacia e nella grande complessità delle prestazioni che vengono offerte quotidianamente ai bambini che curiamo. Ed è nostro dovere impegnarci sempre più nell’offrire queste opportunità al maggior numero di pazienti possibile”. I complimenti arrivano anche dal mondo della politica. “Complimenti all’equipe dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova per aver reso possibile un intervento mai effettuato prima su un paziente pediatrico” ha detto il vicepremier, Luigi Di Maio. “Grazie all’equipe dell’ospedale Gaslini […]. Ora la piccola sta bene”, ha detto il Presidente della regione Liguria Giovanni Toti.

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