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Benzina salata? Ecco perché…

 

l costo della benzina alla pompa aumenta e contestualmente crescono i prezzi al consumoin generale. L’anomalia non è l’incremento del costo della vita (energia, spesa, servizi) giacché l’80% delle merci si sposta su gomma, ma il fatto che quello del petrolio non abbia avuto impennate significative.

Il caro-benzina è influenzato soprattutto dal cambio tra euro e dollaro e, non ultimo, dalle accise che gravano sul prezzo netto del carburante raffinato per circa 0,70 centesimi. Al costo del prodotto raffinato, sommato alle accise, dobbiamo poi aggiungere l’Iva al 22% e questo amplifica enormemente la fluttuazione del prezzo.

La soluzione ovvia sarebbe quella di tagliare definitivamente le accise sulla benzina, così come promesso in campagna elettorale dall’attuale vicepremier Matteo Salvini, ma questo non è ancora avvenuto e forse avverrà in misura ridotta e chissà quando. Di fatto a elencarle, quelle attualmente in vigore, oltre il 90% non avrebbero più senso ma, volendo essere concreti, queste non sono altro che una tassazione diretta utile (anche necessaria) a finanziare la spesa pubblica.

Detto questo, quali saranno le mosse per intervenire sulle gabelle sulla benzina? È piuttosto ragionevole pensare che si dovranno trovare coperture adeguate a sostituire le entrate derivanti dalle accise. Salvini ha giustificato il non inserimento in manovra del taglio perché è stata data priorità ad altri provvedimenti parimenti importanti (reddito di cittadinanza, quota 100 e rottamazione ter), tuttavia in un’intervista a Repubblica Tv del 1° novembre 2018 si è lasciato scappare un inequivocabile “non governo da solo”.

Nella stessa intervista il leader del Carroccio ha confermato che il taglio si farà entro l’anno in corso, ma intanto ha sottolineato il blocco del preventivato aumento ereditato dall’esecutivo precedente e rassicurato sul taglio delle voci più vecchie. Tradotto, la riduzione sarà parziale e graduale perché, nella sostanza, non si colpiscono le famigerate accise ma vere e proprie tasse sotto “falso nome” assai complicate da rimuovere.

La colpa non sarà del vicepremier ovviamente. Lo stesso Matteo Renzi alla trasmissione “Porta a Porta” del 23 maggio 2014 si faceva beffa delle accise promettendo entro l’anno (il 2014 appunto) di rimuovere tutte le voci ridicole. E, tuttavia, sono ancora saldamente nelle voci in entrata del bilancio dello Stato. In conclusione, è complicato pensare che a stretto giro si possa mettere in pratica un caposaldo del programma della Lega in campagna elettorale e, in ogni caso, se l’attuale ministro degli Interni riuscirà a raggiungere un compromesso con l’alleato, il taglio sarà solamente parziale a causa del complicato iter necessario per trovare le risorse necessarie a rifinanziare le mancate entrate derivanti. Facciamocene una ragione.

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