Bari, 13 giugno 2025 – Si è acceso il dibattito nel Consiglio comunale di Bari dopo la proposta, avanzata da esponenti del centrodestra, di intitolare una via cittadina a Silvio Berlusconi, a un anno dalla sua scomparsa. La mozione, come previsto, ha scatenato reazioni contrastanti tra le forze politiche, culminando con l’uscita dall’aula dei rappresentanti del centrosinistra.
Una proposta che divide
L’iniziativa nasce sulla scia di simili intitolazioni in altre città italiane, promosse per rendere omaggio alla figura dell’ex Presidente del Consiglio, fondatore di Forza Italia e protagonista della scena politica italiana per oltre vent’anni. I proponenti parlano di riconoscimento istituzionale a un leader che ha inciso profondamente sulla storia del Paese, al di là delle appartenenze politiche.
Ma il centrosinistra barese non ci sta. Per i suoi rappresentanti, l’intitolazione a Berlusconi appare prematura e divisiva. “Non si può ignorare – hanno dichiarato alcuni consiglieri – il carico di controversie giudiziarie e politiche che ha accompagnato la sua carriera.” La scelta di abbandonare l’aula è stata una forma di dissenso forte, per sottolineare l’inopportunità del gesto in questo momento.
Il dibattito simbolico sull’eredità politica
Al di là della singola strada, il confronto tocca una questione più ampia: chi merita di essere ricordato nello spazio pubblico? E con quale tempistica? In Italia, la regola generale stabilisce che per intitolare vie a personaggi deceduti devono passare almeno dieci anni, salvo deroghe concesse dai prefetti per “personalità di chiara fama”. È su questo punto che si innesta il dibattito anche a Bari.
Se per alcuni Berlusconi è stato un innovatore e un imprenditore di successo che ha rivoluzionato il linguaggio e la struttura della politica italiana, per altri resta una figura controversa, simbolo della commistione tra media, affari e potere.
La città chiamata a riflettere
Nel frattempo, la mozione resta in attesa di una decisione definitiva, ma l’episodio ha già avuto un impatto concreto sul clima politico cittadino. A dimostrazione che, anche a livello locale, la memoria pubblica non è mai neutra, e che ogni targa e ogni nome sulle strade raccontano non solo il passato, ma anche le scelte del presente.