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Bari, aggressione omofoba a coppia gay: tre condanne

Nelle motivazioni della sentenza, il gup parla di «brutale e cieco pestaggio a senso unico», avvenuto «senza pietà» con l’intento da parte dei sette aggressori di «dimostrare la superiorità del proprio essere virile»

BARI – Il gup del Tribunale di Bari ha condannato a pene comprese tra i 2 anni e 8 mesi e i 2 anni e 2 mesi di reclusione i tre imputati nel processo sull’aggressione omofoba dell’8 giugno 2017in Largo Adua, nel centro di Bari.

La vicenda

Una coppia di 30enni omosessuali fu brutalmente aggredita da un branco di sette ragazzi, sei dei quali identificati e arrestati dalla Polizia. Nei confronti di tre minorenni (oggi maggiorenni) il processo è ancora in corso. Per il giudice fu «un pestaggio animalesco» a «sfondo sessista», una «aggressione, prima verbale e poi fisica, connessa al ritenuto orientamento sessuale delle vittime». Infatti, stando a quanto ricostruito dalla Squadra Mobile, con il coordinamento delle due Procure ordinaria e dei Minorenni, le due vittime, un barese e il suo compagno spagnolo che era in vacanza in Puglia, furono prima insultati perchè omosessuali all’uscita da un locale, poi picchiati con calci e pugni e infine rapinati delle collanine e di un anello che indossavano.

Le condanne

In particolare il 28enne Luciano Damiani e il 20enne Domenico Valentino sono stati condannati alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione oltre a 600 euro di multa, il 21enne Raffaele Giammaria a 2 anni e 2 mesi e 480 euro di multa (pena sospesa), tutti ritenuti responsabili dei reati di rapina e lesioni aggravate.

L’accusa aveva chiesto per tutti e tre condanne superiori a 4 anni di reclusione.

La sentenza, con motivazioni contestuali, è stata emessa nei giorni scorsi al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Le vittime “per paura di ritorsioni” – come da loro dichiarato – non si sono costituite parte civile. Nelle motivazioni della sentenza, il gup parla di «brutale e cieco pestaggio a senso unico», avvenuto «senza pietà» con l’intento da parte dei sette aggressori di «dimostrare la superiorità del proprio essere virile», di fronte agli «occhi increduli e sconvolti dei passanti che affollavano largo Adua».

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