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Banksy scagionato: Venezia insorge

Lo street artist Banksy è stato scagionato dalla giustizia, ma la città lagunare insorge: “Questa è ipocrisia”.

Lo scorso maggio Bansky aveva realizzato un murales che rappresentava un bambino migrante con un fumogeno in mano. Il gip ha presentato alla procura la richiesta di archiviazione per la condanna dell’artista di strada.
Banksy era infatti accusato di violazione del codice die beni culturali. Tuttavia, nella denuncia, la Soprintendenza faceva notare che il disegno era un “dipinto murale di carattere artistico”, che non aveva creato “nessun danno e deturpamento al palazzo”. In realtà, il valore del palazzo è aumentato. Adesso il suo valore di vendita è di 4 milioni di euro. La procura ha chiesto l’archiviazione del caso perché si tratta effettivamente di un’opera d’arte.”
Per Vittorio Sgarbi: “Le premesse della denuncia dimostrano che l’azione della Soprintendenza era sbagliata. Dal punto di vista normativo, la legge tutela come beni culturali gli edifici pubblici costruiti da più di 70 anni, in quanto gli interventi successivi risulterebbero discontinui; il presupposto del murale si ha solo con l’idea di modernità, cioè con gli edifici più recenti. In questo caso il nome ha avuto il suo peso, perché il valore di mercato porta con sé una legittimazione dell’opera e quindi è una variabile da considerare”.
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