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Banca Etruria: chiesto risarcimento di 400 milioni

L’incaricato della liquidazione della Banca Etruria, istituto di credito finito sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta, ha chiamato a rispondere gli amministratori.  Il liquidatore accusa, tra gli altri,  l’ex vicepresidente Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena. Ad essere finiti nel mirino della giustizia sono anche gli ex presidenti Rosi e Fornasari Chiamati a rispondere anche gli ex dirigenti Consob, Tezzon e  Salini, diventati poi rispettivamente presidente del collegio sindacale e presidente della banca. Insieme a loro tutti i consiglieri finanziati dalla banca con prestiti finiti in sofferenza. Un totale di 30 persone, dunque, a cui è stato richiesto il pagamento di 400 milioni di danno.

Le persone accusate si sono rifiutate di pagare e sono state denunciate dal liquidatore, che intende recuperare la somma richiesta.

Secondo il liquidatore, infatti, gli ex vertici della banca sono colpevoli di cattiva gestione dei crediti e  negligenza, il che ha provocato il disastro finanziario. Banca Etruria, che oggi si chiama banca Tirrenica, sarà presumibilmente assorbita da Ubi Banca.

“Come mettere un socio di Callisto Tanzi nella commissione Parmalat”

Intanto alcuni striscioni sono stati lasciati nei pressi dello studio dell’avvocato Francesco Bonifazi, deputato e tesoriere del Pd. Bonifazi è membro voluto della commissione di inchiesta sulle banche. Nello studio di Bonifazi lavora anche il commercialista e tributarista Emanuele Boschi, figlio dell’ex vicepresidente di Banca Etruria, Pier Luigi.

“Un po’ come mettere un socio di Callisto Tanzi nella commissione Parmalat”, ha commentato Letizia Giorgianni, la presidente dell’Associazione Vittime del Salva Banche

 

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