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Guide locali contro la guida italiana: Auschwitz è per le guide polacche

Questa è la scritta che la guida cuneese si è trovata sulla parete di casa. Non solo, ad accompagnarla c’erano anche una stella di David e una svastica.

La vittima di questa scritta è Diego Audero, guida originaria di Faule che vive a Cracovia, in Polonia, da ormai 11 anni. L’uomo lavora come guida nel campo di concentramento di Auschwitz. Ma evidentemente le guide locali nonl’hanno presa bene.

La guida ha rivelato che l’accaduto gli ha provocato molta tristezza, più che spavento. «Il vero obiettivo di queste minacce non sono io, ma il direttore del Museo di Auschwitz. In Polonia è in corso una battaglia politica di revisione storica, dove anche l’attività del museo è terreno di scontro. Siamo accusati, ingiustamente, di raccontare solo la storia degli ebrei. Le guide sono dei professionisti: abbiamo tutte le autorizzazioni, nessuno è indottrinato. Siamo 300 che collaboriamo con il Museo, di cui 6 stranieri, due italiani. Avendo la partita Iva è facile trovare dove abito. Ma è il clima in generale che è cambiato nell’intero Paese».

Non però il primo episodio di razzismo di cui è vittima la guida. Gli è successo di essere sorpassato alla cassa del supermercato perché straniero.In ambito lavorativo invece, un’altra guida non ha voluto condurre la visita alla fabbrica di Schindler, quando ha capito dal cognome che si trattava di un italiano.

Dopo la comparsa delle scritte ha intervenuto la direzione del museo, che a sua volta ha richiesto l’intervento della polizia locale. Il portavoce del Museo di Auschwitz, Bartosz Bartyzel, ha sottolineato come Auschwitz dovrebbe essere un luogo di tolleranza, non certo di discriminazione.

Dal canto suo, la guida cuneese ci ha tenuto precisare che la sua vita è sempre stata in viaggio e che, nonstante ami il suo paese di orgine, lui si senta polacco a tutti gli effetti.

 

 

 

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