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Atreju 2019, Viktor Orbàn è il grande protagonista della giornata di sabato

Anche Giuseppe Conte ha calpestato oggi il palco di Atreju, ma tutto l’entusiasmo della folla era per un altro premier, quello ungherese.

Viktor Orbàn è stato accolto calorosamente all’Isola Tiberina, dove si tiene in questi giorni l’annuale kermesse del partito di Giorgia Meloni. La superstar di Atreju 2019 ha trovato una folla che ha fatto gli onori di casa, tra applausi ed entusiasmo per il leader europeo preso come esempio dai sovranisti nostrani. Un piccolo problema, che forse è stato sottovalutato dall’organizzazione dell’evento di Fratelli d’Italia, era la barriera linguistica. Gli sprovveduti che non maneggiassero fluentemente l’ungherese avevano a disposizione delle audioguide da cui ascoltare la traduzione simultanea, e i fortunati ne avevano ricevuta una funzionante. I fortunatissimi avevano trovato anche un posto a sedere. Ad altri, invece, era spettata una audioguida malfunzionante che li ha costretti a lasciare il tendone sotto cui si teneva il comizio del premier ungherese. Fuori dal gazebo, fortunatamente, la proiezione del discorso era dotata di una incerta traduzione, ma pochi posti a sedere.

Inciampi organizzativi a parte, Viktor Orbàn è stato il grande ospite di Atreju 2019. Tanto era il piacere della folla nel vedere il loro paladino sovranista, che dal tendone principale dell’Isola Tiberina si è levato un coro all’unisono, che ha interrotto il discorso del premier. Gli italiani presenti, Giorgia Meloni compresa, dalla prima fila, hanno intonato “Ragazzi di Buda”, la canzone simbolo della rivolta anti-sovietica del 1956. Una sorta di “Bella ciao” ungherese, insomma, cantata dagli italiani come se fosse l’ultimissima hit estiva. Il tema centrale del pomeriggio italo-ungherese è stato certamente l’immigrazione, insieme alla difesa dei confini – geografici e non. “Vi dico che siamo pronti ad aiutarvi nei rimpatri, non nella redistribuzione”, ha detto Orbàn. “Per la sinistra i migranti sono futuri elettori, sono persone che importano e a cui dare la cittadinanza per averne il voto”. Curioso come dall’altra parte del mondo occidentale, quasi nello stesso momento, Greta Thunberg abbia tenuto un discorso all’ONU, all’indomani di una manifestazione globale a New York che rivendicava ben altre priorità: clima, ambiente, futuro. In Italia, invece, oggi circolavano diverse copie di Libero, la cui prima pagina citava proprio Greta e il suo movimento: “È l’ora dei Gretini”. Magari fosse vero; in Italia l’agenda è piuttosto diversa.

Chi si è avvicinato di più alle prerogative urlate da New York è stato l’altro capo di Governo che Atreju ha ospitato oggi: il premier Giuseppe Conte. Alessandro De Angelis, giornalista dell’HuffingtonPost che dall’Isola Tiberina ha intervistato Antonio Tajani, ha suggerito che Conte non abbia detto niente, ma che l’abbia detto bene. L’avvocato del popolo ha fatto un discorso pacato, a volte applaudito altre fischiato, incalzato dalle domande di Bruno Vespa. Dal palco che poche ore dopo sarebbe stato di Orbàn, e che il giorno prima era stato di Salvini, Conte appoggia la proposta del suo ministro di tassare merendine e bibite gassate, e aumentare il prezzo i biglietti aerei per trovare nuove risorse. “Chiederò un patto con tutto il mondo industriale e produttivo: io devo poter orientare il nostro sistema ma non posso mettere meccanismi incentivanti o disincentivanti senza nessun discernimento. Elaboriamo un piano industriale con un patto con tutto il mondo produttivo per cui progressivamente, attraverso meccanismi soprattutto incentivanti, riusciamo a orientare tutto il sistema verso la transizione energetica, verso un Green New Deal”, ha detto Conte. Il premier ha anche parlato di Alitalia, Renzi, Orbàn che l’avrebbe succeduto, l’incremento dell’Iva, la necessità di collaborazione europea per la questione immigrazione. La manifestazione di FdI prosegue stasera e domani con un ricco programma di ospiti e appuntamenti, ma per rivedere l’emozione che ha fatto tremare l’Isola Tiberina all’arrivo di Orbàn bisognerà forse aspettare il prossimo anno.

Di A.C.

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