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ASSESSORE DIFESA SUOLO: “AL PRIMO POSTO LA SICUREZZA DEI VENETI. ORA CON UNIPD STABILIAMO SCIENTIFICAMENTE LE PRIORITA’ DI INTERVENTO SULLE OPERE PUBBLICHE”

27 maggio 2022

Comunicato n° 1212

(AVN) Venezia 27 maggio 2022

In Veneto ci sono da realizzare oltre 3 miliardi di opere pubbliche per la sicurezza del territorio e dei veneti: l’elenco preciso si evince dal “Piano di adattamento ai cambiamenti climatici” (ovvero il Piano Casarin D’Alpaos) che è stato stilato grazie alla collaborazione che la Regione del Veneto ha siglato con l’Università di Padova. Un elenco di opere che ha lo scopo di ridurre il rischio in Veneto di eventi avversi, a cui bisogna necessariamente fornire una priorità di intervento oggettiva: partire cioè dalle situazioni di maggior rischio, che deve essere calcolato secondo criteri il più scientifici possibili.  

Oggi, l’Assessore all’Ambiente, al Dissesto Idrogeologico e alla Difesa del suolo della Regione del Veneto, ha partecipato al convegno sulla sicurezza e analisi del rischio che si è tenuto al Palazzo Bo di Padova insieme a illustri professori dell’Università patavina. Presente anche il Capo del Dipartimento della Protezione Civile nazionale ed altri rappresentanti. 

“E’ necessario trasferire i concetti, che sono ben consolidati, del calcolo e delle analisi del rischio che troviamo nei luoghi di lavoro, – ha evidenziato l’Assessore regionale durante il convegno – sulla realizzazione di opere pubbliche relative alla mitigazione del rischio, in modo da avere un approccio scientifico, supportato da dati il più oggettivi possibili. Certo, va ricordato che il calcolo delle probabilità non condurranno mai ad una certezza assoluta, ma grazie al Pimot (la Piattaforma Intelligente di Monitoraggio Territoriale), in Veneto, anche sulle probabilità, potremmo presto avere uno strumento in più che aumenta la precisione del calcolo di probabilità di accadimento di un evento”. 

“Dobbiamo essere consapevoli – ha aggiunto – che, quando escono i bollettini di allertamento, infatti, questi non possono garantire una certezza assoluta perché si basano su previsioni. Siamo però l’unica Regione, non solo in Italia, ma in Europa, che si è dotata di uno strumento che si chiama “Image” con l’Università di Padova grazie al quale, in base alle previsioni meteo, possiamo sapere se e dove i vari corsi d’acqua veneti esonderanno con 72 ore di anticipo, facendo sì che la macchina della Protezione Civile sia più tempestiva e quindi più efficace. Altro strumento innovativo e all’avanguardia su cui stiamo lavorando è appunto il Pimot che, fra i vari scopi avrà anche quello di rendere le previsioni di tutti gli eventi sempre più precise in quanto metterà in rete tutti i dati che rileviamo costantemente e quotidianamente. Si tratta di una mole di dati enorme (dalle previsioni meteo alla qualità delle acque, dalla portata dei fiumi al monitoraggio delle strutture come i ponti, ecc.): un unico database che ti offre tutti questi alert, insieme e nello stesso momento, diventerà per noi uno strumento fondamentale sulla precisione del calcolo di probabilità di accadimento di un fatto”. 

L’Assessore regionale, durante il convegno, ha anche focalizzato l’attenzione sul concetto di rischio quando protagoniste sono le opere pubbliche. “In questo caso parlo di mitigazione del rischio, cioè le opere di difesa del suolo, di sistemazione di frane, di argine, ecc. Anche qui il termine rischio dipende da due elementi: la probabilità e la gravità del danno. Per quanto riguarda la probabilità dell’accadimento sottolineo che questo concetto si lega a quello di previsione che non è certezza tanto che, nel Decreto legislativo 1/2018, feci inserire il concetto “probabilistico”, cioè che la Protezione Civile si occupa di previsioni e che le previsioni si basano su concetti probabilistici, che non garantiscono mai una certezza assoluta”. 

Successivamente l’Assessore regionale ha parlato della gravità del danno: “E’ un’altra tematica importante da studiare e su cui riflettere, che ci deve permettere di capire, in maniera scientifica, a fronte di un intervento che devo realizzare, quale sia quello prioritario. Grazie al Piano Casarin D’Alpaos abbiamo l’elenco delle opere da eseguire per la sicurezza del Veneto, al quale sempre in collaborazione con l’Università di Padova va stilato scientificamente la priorità di intervento. Una priorità che deve tener conto dell’indice di rischio e, oltre alla probabilità di accadimento, deve anche tener conto della gravità del danno che quel determinato evento può creare. Faccio un esempio: devo intervenire su due argini, quello A e quello B. Dalle analisi oggettive emerge che nell’argine A, accanto ci sia un paese abitato: quindi qui il rischio è più elevato perché c’è gente che lì vi abita e viene esposta all’evento calamitoso e ci possono anche essere molti altri danni. L’analisi scientifica e oggettiva ha stabilità la priorità di quell’intervento: si decide di intervenire sull’argine A per salvare vite, prima di tutto”.

Infine, l’Assessore ha posto l’attenzione sul tema dell’iter di realizzazione delle opere: “Non è possibile – ha detto – che le procedure di definizione delle opere di difesa del suolo siano le stesse di quelle che vengono impiegate per la costruzione di un’opera infrastrutturale nuova in cui non emerge il tema della incolumità pubblica. Bisogna lavorare affinché l’iter per la difesa del suolo sia più snello, più rapido, più veloce, soprattutto se mi sto basando su dati oggettivi. A fronte di dati oggettivi, di calcoli matematici e del supporto scientifico, se devo fare un’opera perché salva delle persone va fatta velocemente, senza se e senza ma”. 

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