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Assembramenti nei mezzi pubblici: “vanno aumentate le corse e i mezzi a disposizione”

Chi di questi tempi gira Roma sui mezzi pubblici non nota alcuna differenza rispetto al periodo pre coronavirus, se non per le mascherine che coprono il volto del vicino di posto. Tra i passeggeri non c’è distanza alcuna, gli assembramenti sono quotidiani specialmente nelle ore di punta e oggetto di continue denunce di utenti, associazioni, sindacati. E in giorni in cui i numeri del contagio crescono e dal Governo centrale arrivano nuove restrizioni che puntano ad evitare che troppe persone si radunino in uno stesso luogo, quella del trasporto pubblico locale appare un po’ un’anomalia.

“Quello del trasporto pubblico è una situazione critica, gli affollamenti sono da evitare” ammette in conferenza stampa lo stesso premier Giuseppe Conte. La soglia di capienza massima è stata fissata all’80% a inizio settembre, sia a livello nazionale che regionale, per rispondere all’aumento di domanda in corrispondenza della riapertura delle scuole e del rientro a lavoro dopo l’estate. “Una soglia troppo alta” per Cgil, Cisl e Uil, specie “senza i controlli adeguati”. Ma stando a quanto apprendiamo da fonti qualificate della Regione Lazio non vi è al momento intenzione di abbassare il limite: con i cittadini che circolano liberamente senza restrizioni legate alla mobilità, il trasporto pubblico va garantito.

L’alternativa? Aumentare corse e mezzi a disposizione. “Abbiamo richiesto il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati per trovare soluzioni condivise allo scopo di incrementare l’offerta di mezzi pubblici” scrivono ancora i sindacati. E qui la palla passa ad Atac e Comune. D’altronde lo stesso presidente Conte sembra suggerirlo: “Dobbiamo investire per quanto possibile in modo che le persone che sono costrette a prendere i mezzi pubblici possano farlo in condizioni di assoluta sicurezza”. Il Comune a oggi ha messo a disposizione 70 mezzi presi a noleggio, le cosiddette linee S che percorrono lo stesso tracciato della metropolitana. E ad Atac risultano in metropolitana flussi ancora dimezzati rispetto al periodo pre lockdown, circa 300mila ingressi di media al giorno rispetto ai precedenti 700mila. D’altronde, spiegano dall’azienda, è difficile pensare a bus con persone distanti se il limite di capienza è dell’80%.

“Meno corse, meno vetture e distanziamento impossibile sono i problemi principali” tuona la consigliera Svetlana Celli, della lista civica Roma torna Roma, pronta a firmare un’interrogazione urgente diretta alla sindaca Virginia Raggi. “Ma non aiutano neppure le chiusure di stazioni che potevano essere evitate lavorando alle manutenzioni durante il lockdown, come Castro Pretorio o Policlinico della linea B”. E contro Raggi si scaglia anche il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi: “A Roma, rispetto a un anno fa, ci sono addirittura meno mezzi in giro, si è passati da 1.458 vetture al giorno a ottobre 2019 alle 1.429 di oggi, come ha denunciato la Cgil. Un fallimento totale per la Giunta Raggi”. “Invece di potenziare il trasporto pubblico Raggi si è occupata solo di mobilità leggera tra monopattini e piste ciclopedonali che, come nel caso di via Gregorio VII e via Tuscolana, hanno prodotto pericolosi restringimenti delle carreggiate” attacca il consigliere capitolino della Lega Davide Bordoni.

Intanto per domani, mercoledì 14 ottobre, è in programma alle 16 e 30 un confronto tra la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Anci e di Upi sulle misure di contenimento dei contagi sui mezzi pubblici. Nel corso della riunione si procederà a un aggiornamento del monitoraggio periodico dei flussi dei passeggeri sui mezzi, e saranno analizzate alcune situazioni problematiche riportate in questi giorni, relative ad assembramenti a bordo dei mezzi e all’interno delle stazioni. Roma è tra queste.

 

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