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Ricorso a ordinanza sugli animali, Enpa: Medioevo a Varazze

Savona – “Tentativo riuscito, solo per ora, di riportare Varazze al medioevo legislativo in tema di tutela degli animali”. Questo il duro commento dell´Enpa locale dopo gli ultimi sviluppi giudiziari su alcune norme in materia di animali.
“Su ricorso della locale Federcaccia – dicono gli animalisti – il Tar ligure ha annullato buona parte di un’ordinanza del 1990 che proteggeva gli animali (punti 3,4,7,9,14). Si trattava di un’ordinanza storica ma ormai superata, in quanto la prima in materia emanata in Italia, elaborata e proposta dalla Protezione animali di Savona e firmata dall’allora sindaco Gualano. Il testo è stato la base per l’emissione di centinaia di altre ordinanze introdotte in centinaia di altri comuni; con il tempo sono stati risolti i problemi legislativi – che hanno fatto vincere il ricorso presentato nel 1990 dalla Federcaccia – e ora la tutela degli animali viene disciplinata dai comuni sotto forma di regolamento comunale e con disposizioni omai inattaccabili dai gruppi di interesse a essa contrari (cacciatori e circensi). Nella provincia di Savona, sempre su elaborazione e proposta dell’Enpa, il regolamento vige ad Urbe, Cosseria, Stella, Spotorno e Boissano, mentre in comuni più grandi, come Savona, l’associazione non è ancora riuscita a spuntare il consenso delle locali giunte municipali. Come è facile verificare (testo allegato) le norme cassate dal Tar su istanza della Federcaccia, quasi nulla hanno a che fare con la caccia; vietavano infatti spettacoli, gare ed esposizioni con animali ad eccezione di mostre zootecniche, cinofile, feline e colombofile ma, soprattutto, dettavano norme più umane nella loro detenzione; stabilivano infatti, per la prima volta in Italia, il principio fondamentale delle misure minime di gabbie, recinti e stalle, rapportandoli alle dimensioni e tipologie degli animali, per rendere un po’ meno dura la prigione di vitelli, cavalli, asini e maiali ma anche di agnelli e pecore, uccelli da voliera e cani; per questi ultimi ad esempio era previsto di liberarli dalla catena o dal piccolo recinto in cui proprio molti cacciatori li tengono a caccia chiusa, per almeno mezz’ora al giorno. Come detto tutte queste norme sono ora correttamente inserite in moltissimi regolamenti comunali e diventate il segno della civiltà e della sensibilità, evidentemente non condivisa dalle potenti ma ormai minoritarie associazioni venatorie. Non pertinenti sono poi state le dichiarazioni del sindaco di Varazze a sostegno all’iniziativa della Federcaccia, perché dalla lettura degli articoli cancellati avrebbe capito che non riguardano i cinghiali ed i danni da loro arrecati; l’Enpa gli ha subito scritto per spiegargli il disguido e proporgli di approvare un regolamento organico sulla tutela degli animali che, a parte le modalità su come custodire i cani anche da caccia, nulla dice su tale attività non di competenza dei comuni”.

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