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Petrolchimica. Chiusura dell’impianto Eni Versalis di Porto Marghera, la Regione pressa il Governo e ottiene un confronto al Ministero. Colla: “Preoccupazione per la mancanza di un piano industriale. In discussione anche il futuro del petrolchimico di Ferrara e di molte filiere produttive dell’Emilia-Romagna”

Bologna – “Il destino dell’impianto Eni Versalis di Porto Marghera, indirizzato a un cambio drastico a causa dell’annunciata chiusura dell’impianto di craking, mette in seria discussione anche il futuro del petrolchimico di Ferrara e con esso quello di molte filiere produttive dell’Emilia-Romagna collegate, dall’edilizia, all’automotive, fino al biomedicale e al tessile. Siamo disponibili a passare alla biochimica, ma non si può chiudere le produzioni tradizionali senza pianificare una transizione, indispensabile per evitare anche un impatto sociale”.

Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, dopo l’incontro di ieri, in videoconferenza insieme ai colleghi di Lombardia e Veneto Guido Guidesi e Roberto Marcato, col ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e il viceministro Gilberto Pichetto. Incontro nel quale Colla ha chiesto e ottenuto un confronto ministeriale: il prossimo 23 marzo a Roma al Ministero dello Sviluppo economico l’incontro con i vertici dell’Eni per fare luce sul futuro di Eni Versalis, in particolare per il sito di Porto Marghera.

“Non dobbiamo lasciare la discussione in apnea. È fondamentale –ha aggiunto Colla– avere una codifica del piano industriale a cui dovrà seguire da subito un accordo di garanzia sugli investimenti e i tempi: il cambiamento non si fa in pochi minuti, ma in anni. Siamo disponibili a passare alla biochimica ma non si può chiudere il tradizionale senza pianificare una transizione, indispensabile per evitare anche un impatto sociale. Inoltre, occorre ricordare che il gruppo Eni è controllato dal Governo e quindi è necessario che dia certezza a un settore strategico non solo per il quadrilatero della petrolchimica, ma per l’intero Paese. Quando si parla di chimica si dovrebbe sempre pensare ad una politica industriale indispensabile e trasversale a tutti i settori: tema assente anche dall’agenda del Pnrr, che non cita mai la parola chimica”.
Gianni Boselli

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