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Aquacoltura: Zannier, da AdriAquaNet innovative soluzioni

Udine, 20 giu – Nuove strategie per migliorare la
sostenibilità e la produttività degli allevamenti ittici marini
italiani e croati per garantire un elevato livello di salute del
pesce e prodotti di alta qualità per i consumatori.
E’ quanto si è prefisso il progetto Interreg Italia Croazia
AdriAquaNet, la cui conferenza finale si è tenuta oggi a Udine al
Polo economico dell’Università di Trieste alla presenza
dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano
Zannier.
“I risultati di questo progetto consentono di aprire una nuova
fase nell’acquacoltura sfruttando un percorso che è riuscito a
trasferire dal vasto lavoro di ricerca azioni concrete e
innovative per gli operatori economici, per il miglioramento del
benessere animale e la limitazione dell’impatto ambientale. Le
due sponde dell’Adriatico potranno beneficiare di questa
disseminazione, fase finale di un processo che ha coinvolto un
alto numero di partners sia pubblici che privati, e che è
estremamente rilevante per attuare buone pratiche di economia
circolare”.
Il progetto “Enhancing Innovation and Sustainability in Adriatic
Aquaculture (Migliorare l’innovazione e la sostenibilità
dell’acquacoltura nell’Adriatico), coordinato dall’Università
degli Studi di Udine, coinvolge da oltre tre anni 12 partner e
oltre 100 collaboratori, tra ricercatori e produttori di aziende
di acquacoltura e centri di ricerca, per migliorare la
competitività e la sostenibilità ambientale della maricoltura
italiana e croata.
La conferenza finale ha riunito scienziati, ricercatori,
produttori, operatori, istituzioni politiche e amministrative
locali e nazionali con lo scopo di presentare i risultati e gli
obiettivi raggiunti negli ultimi 42 mesi di lavoro. Il progetto
si impegna a trasferire conoscenze avanzate e nuove tecnologie
all’intera filiera della maricoltura – dalla gestione degli
impianti di produzione fino al mercato dei prodotti ittici
trasformati – per promuovere la sostenibilità ambientale degli
impianti ittici, salvaguardare il benessere dei pesci allevati e
al tempo stesso fornire prodotti sicuri capaci di soddisfare le
aspettative dei consumatori.
“Individuata la squadra di ricercatori italiani e croati con il
know how più solido in questo settore, abbiamo tenuto uno stretto
contatto con le aziende di allevamento per comprendere quali
fossero le esigenze di innovazione del comparto – ha spiegato
Marco Galeotti (Uniud), responsabile del progetto e moderatore
della conferenza – con un focus su tre obiettivi: lo studio di
nuove formulazioni per i mangimi, che apportassero reale
sostenibilità; la redazione di una scheda snella e pratica per
consentire agli allevatori di avere uno strumento utile alla
diagnostica precoce delle patologie dei pesci e quindi per la
prevenzione; l’individuazione di una sostanza naturale di origine
marina, derivante da molluschi e spugne, con proprietà del tutto
simili a quelle degli antibiotici. Questo ultimo obiettivo è in
fase di studio preliminare ma i risultati – ha indicato Galeotti
– sono molto promettenti. Infine, il progetto ha elaborato nuove
soluzioni di packaging che permettono migliore conservazione”.
I nuovi mangimi, che nella buona pratica dovrebbero sostituire
quelli attuali a sola base vegetale, non adatti dal punto di
vista nutrizionale per le specie ittiche, normalmente carnivore,
o quelli a base proteica derivante da farine di origine animale,
saranno a base di scarti di produzione avicola, che altrimenti
sarebbero inutilizzati, e con farine derivanti da insetti
(esclusivamente specie inserite nella normativa europea).
ARC/EP/al

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