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Anzio, si fingevano poliziotti per rapinare cittadini indiani: in manette tre rumeni

Tra i malviventi anche un minorenne, ora rinchiuso nel carcere minorile di Roma

Hanno rapinato tre cittadini indiani, ora per loro si sono aperte le porte del carcere. Questa mattina infatti i carabinieri della compagnia di Anzio, hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di tre cittadini di origine romena, A.A. di 38 anni, P.R.N. di 28 anni e A.A. di 37, domiciliati nel Comune di Aprilia. I tre sono accusati di aver rapinato nei primi mesi dell’anno, tre lavoratori di origine indiana, ma regolarmente residenti in Italia. Le rapine sono avvenute tutte tra Nettuno (due) e Anzio (una).

La strategia

I malviventi utilizzavano sempre la medesima tecnica: dopo aver individuato l’obiettivo approfittando del buio, la banda si avvicinava alla vittima, e la aggrediva con calci e pugni, per poi depredarlo del portafoglio. All’interno di un portafoglio hanno rinvenuto 300 euro in contanti e una carta bancomat con annesso codice pin che hanno utilizzato nelle ore successive al furto per fare acquisti e prelevare denaro contante per un totale di circa 2.700 euro. Proprio grazie alle riprese del sistema di video sorveglianza degli sportelli automatici dove i ladri hanno prelevato i contanti e degli esercizi commerciali, i carabinieri sono riusciti a individuarli e  identificarli.

Finti poliziotti

Un’altro copione che i malviventi spesso recitavano era quello di fingersi appartenenti alle alle forze dell’ordine, al fine di convincere, con la scusa di un controllo, l’ignara vittima a salire a bordo dell’autovettura. Così facendo potevano raggiungere zone poco controllate in cui mettevano in atto il loro diabolico e violenti piano   ze costringevano le vittime a consegnare denaro e gioielli. I tre ora sono in carcere. All’interno della banda agiva anche un minore che attualmente è ristretto nell’istituto di pena minorile di Roma per i medesimi reati.

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