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Ancona, giovane drogata e violentata per mesi: fermato il pusher

Il pusher è stato fermato di nuovo dopo le rivelazioni della giovane che si è confidata con le poliziotte della Sezione crimini di genere

ANCONA – Dopo tre lunghi mesi di agonia, il 6 novembre scorso è finito l’incubo di una giovane donna con problemi di tossicodipendenza, stuprata periodicamente da un pusher che la teneva “prigioniera”. La 22enne anconetana è stata trovata stordita all’interno di un appartamento occupato da un gruppo di nigeriani tra cui il suo fornitore e presunto aguzzino, Adetifa Adejoju Isaac, 36 anni, non in regola per il soggiorno in Italia.

Gli agenti della Squadra Mobile di Ancona, coordinati dalla Procura, hanno fatto irruzione nell’abitazione e hanno arrestato l’uomo con le accuse di violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa e spaccio aggravato dall’averne ottenuto prestazioni sessuali. l’arrestato ha negato tutti gli addebiti

La ragazza, confidandosi con le poliziotte della Sezione crimini di genere, ha dichiarato che non riusciva a smettere di frequentare quell’abitazione, senza rendersi conto di essere diventata una ‘preda’ in almeno 15 occasioni: pagava la droga che le veniva fatto assumere in casa (aspirava vapori d’eroina scaldata) e poi, stordita, veniva abusata dal pusher. Oltre al 36enne chiamato ‘Boss’, erano presenti altri otto tra cui una donna, per i quali è stata avviata la procedura d’espulsione.

Nessuno, hanno detto gli investigatori, ha fatto nulla per soccorrere la giovane che aveva urlato e chiesto aiuto durante le violenze.

La casa, dove sono stati trovati anche alimenti in putrefazione, era in condizioni igieniche molto precarie. . «Fortunatamente l’abbiamo trovata – ha detto sollevato il capo della Mobile -, ha rischiato che una volta o l’altra potessero esserci conseguenze ben più gravi». Per gli investigatori, il nigeriano gestiva un largo giro di spaccio d’eroina. Per respingere i controlli lo spacciatore aveva sguinzagliato il suo pitbull che aveva ferito a una mano un ispettore.

L’evoluzione giudiziaria del caso

Inizialmente l’indagato era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e detenzione di droga a fini di spaccio. Dopo il giudizio per direttissima (otto mesi di reclusione e 400 euro di multa, pena sospesa) era stato rimesso in libertà. I poliziotti lo hanno arrestato di nuovo dopo le rivelazioni della giovane e cercheranno di appurare se vi siano altre vittime di abusi.

Il caso ha riportato alla mente due recenti casi di cronaca simili ma con esiti ancor più tragici: gli omicidi di Pamela Mastropietro, uccisa e fatta a pezzi a Macerata probabilmente da un pusher, e di Desiree Mariottini, violentata e uccisa a Roma, in uno stabile occupato.

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