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Ambiente: sequestrati 11.000 mt di reti illegali nel Tirreno meridionale

Il vascello da pesca della Guardia Costiera Gregoretti è stato impegnato nell’operazione di ispezioni finanziata dall’Europa per la pesca sostenibile.

La Nave Bruno Gregoretti (CP920) della Guardia Costiera, specializzata nel controllo ittico, ha svolto un’operazione di tutela del patrimonio ambientale e delle specie marine e biologiche. Il progetto è finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP). Si tratta di uno dei cinque fondi strutturali e di investimento europei volti a promuovere la crescita e l’occupazione in Europa. Tra il 29 maggio e il 30 giugno 2018 la Nave Gregoretti ha effettuato intense attività di controllo in tutto il Mediterraneo. Le attività si collocano nell’ambito del piano di ispezione congiunta JDP (Joint Deployment Plan), previsto dall’Agenzia Comunitaria per il controllo della pesca. L’EFCA (European Fisheries Control Agency) ha sede a Vigo, in Spagna e il piano ispezionale ha coinvolto tutti gli Stati membri affacciati sul mare. Il piano era mirato essenzialmente alla tutela del tonno rosso e del pesce spada. Si sono conclusi ieri invece i controlli volti a contrastare l’utilizzo di strumenti da pesca irregolari.

La Guardia Costiera ha svolto operazioni di controllo nel Tirreno meridionale sequestrando 11.000 metri di reti da posta di tipo derivante, vietate dalla normativa europea.

Nel corso dell’operazione, nella notte tra l’11 e il 12 luglio, la Nave Gregoretti ha individuato nel Mar Tirreno un peschereccio che usufruiva di materiali illegali. L’attività di controllo è avvenuta al largo del Tirreno meridionale, nei pressi di Maratea, in Basilicata. La nave da pesca risultava iscritta alla locale marineria e utilizzava delle reti illegali lunghe quasi 11.000 metri. La tipologia di rete, da posta derivante e vietata dalla normativa, è stata poi sequestrata e trasferita sulla Nave Gregoretti. È infatti estremamente pericolosa per la sopravvivenza delle specie ittiche in quanto strumento non selettivo e costituisce un vero e proprio muro galleggiante. All’interno delle reti da posta possono rimanere impigliati anche animali protetti come delfini e tartarughe, determinando così la loro cattura.

Il personale della Nave Gregoretti, dopo aver proceduto al sequestro ha provveduto a sanzionare adeguatamente il peschereccio. L’ammenda amministrativa può raggiungere un importo massimo di 12.000 euro. Il comandante del peschereccio è stato inoltre sospeso dal titolo professionale marittimo, mentre all’armatore è stata ritirata la licenza di pesca.

La Guardia Costiera durante le attività di controllo e di tutela ha effettuato 218 ispezioni complessive. Il totale delle sanzioni amministrative si aggira intorno a 60.992,66€. Per quanto riguarda il materiale irregolare e il catturato, invece, sono stati sequestrati circa 40.000 metri di reti da posta e 309kg di pescato.

L’operazione finanziata dal FEAMP si è conclusa ieri a Napoli, quando sono stati aperti i lavori della rotonda dedicata al controllo della pesca. Le ispezioni continueranno comunque ad essere finanziate fino al 2020 e la Guardia Costiera afferma che la Nave Gregoretti sarà presente nei nostri mari quasi quotidianamente. La vigilanza sulla pesca, infatti, come sottolineano i comandanti della Guardia Costiera e delle Capitanerie di Porto, è vitale per la salvaguardia dell’ecosistema marino. Frenare le catture illecite è anche un atto di rispetto verso le aziende di pesca che operano nella legalità.

L’attività della Guardia Costiera nei primi mesi del 2018.

Durante i primi sei mesi dell’anno, i più intensi, sono stati presi numerosi provvedimenti in materia di lotta alla pesca illegale e alla commercializzazione di prodotto ittico di provenienza incerta. La Guardia Costiera ha coordinato il tutto perfettamente, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che dettava le linee strategiche da seguire. A Genova, col contributo dell’Agenzia delle Dogane, sono state svolte attività contro prodotti introdotti illegalmente in territorio UE. In Sicilia i controlli sono stati mirati per lo più al contrasto di strumenti irregolari. A Catania, per esempio, hanno sequestrato diverse imbarcazioni e a Palermo hanno individuato reti da posta impiegate per la cattura del tonno rosso. A Reggio Calabria la Guardia Costiera ha invece effettuato un maxi-sequestro di 83 esemplari di tonno rosso per 10 tonnellate. Il pescato viaggiava verso la Spagna a bordo di una nave priva della documentazione di cattura. Altri sequestri e sanzioni amministrative pesanti sono stati fatti nei porti di Trieste, Chioggia, Livorno e Civitavecchia. In Sardegna, invece, le Direzioni Marittime hanno predisposto impianti fissi di controllo nella zona tutelata di Carloforte.

 

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