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Ambiente, Mons.Spreafico (Cei): “85% rifugiati è per eventi atmosferici”

A Veroli si è tenuta la XIII Giornata Nazionale per la custodia del creato

VEROLI – Questa mattina a Veroli (Frosinone) ha preso il via la XIII Giornata Nazionale per la custodia del creato – in coincidenza con la Giornata Mondiale voluta dal Papa – e il XIII Forum della Stampa, organizzati dalla diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino per la Cei e da Greenaccord. Al centro della giornata la necessità di “Coltivare l’alleanza con la terra”, in relazione ai numerosi mutamenti geopolitici e ambientali che stanno caratterizzando la nostra epoca.

«Il fenomeno dei profughi climatico-ambientali è di rilevanza primaria e d’intensità superiore a quello dei profughi da guerra», ha sottolineato mons. Ambrogio Spreafico, vescovo della Diocesi locale, portando alla riflessione una serie di dati. «Secondo l’Organizzazione mondiale delle migrazioni nel 2014 la probabilità di essere sfollati a causa di un disastro è salita del 60% rispetto a 40 anni fa. Secondo l’Internal Displacement Monitoring Centre del Norwegian Refugee Council, dal 2008 al 2015 ci sono stati 202,4 milioni di persone delocalizzate o sfollate, il 15% per eventi geofisici come eruzioni vulcaniche e terremoti, e l’85% per eventi atmosferici».

«Nel solo 2015 gli sfollati interni allo stesso Stato sono 27,8 milioni, di cui 8,6 milioni provocati da conflitti e violenze e 19,2 milioni provocati da disastri naturali, intensi e violenti».

Il presule, presidente della Commissione Cei per l’Evangelizzazione dei Popoli e la Cooperazione tra le Chiese, ha poi commentato: «All’origine del fenomeno esistono un intreccio di cause che hanno reso molte terre inabitabili tra guerre, cambiamenti climatici e disastri ambientali, fame, povertà. disuguaglianze, dittature e persecuzioni» per poi chiosare: «Se i migranti ambientali non vengono riconosciuti come rifugiati dalla Convenzione di Ginevra e non possono contare su alcun livello di protezione internazionale dobbiamo allora superare la definizione di rifugiato e in questo l’Europa dovrebbe farsi promotrice presso l’Onu perchè vengano riconosciuti diritti anche ai profughi ambientali».

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