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Altipiani di Arcinazzo – 3 sindaci non bastano per 300 abitanti

Ingiustizia nell’ingiustizia che alimenta il malessere.

Dove il caos regna sovrano e dove i “profughi” sono metà degli abitanti.

Altipiani di Arcinazzo è una piccola località sulle montagne che negli ultimi anni è ‘crollata’ precipitosamente non solo a livello commerciale e immobiliare.

La presenza degli extracomunitari che ha invaso il piccolo centro ha creato dissapori e paura tra gli abitanti tanto che le ragazze hanno paura ad uscire di casa la sera se non accompagnate.
Questi nuovi ‘inquilini’ sono stati la grande goccia che ha fatto traboccare il vaso perchè hanno contribuito all’affossamento del turismo, determinando il crollo del valore degli immobili, insinuando paura e insicurezza laddove c’era armonia e tranquillità.

Altipiani di Arcinazzo, frazione di Trevi nel Lazio, Arcinazzo Romano e Piglio, un tempo conosciuta come la piccola Svizzera del Centro Italia, ora è ridotto a ricovero per gruppi di giovani uomini nigeriani, ghanesi e bengalesi che ciondolano nullafacenti tra la piazza e le strade del borgo.

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C’è da dire che questo piccolo paese è stato abbandonato dai sindaci dello stesso in quanto i tre ne godono solo per le riscossioni fiscali. Cosa hanno fatto per questo territorio dalle mille risorse? Non c’è la caserma dei carabinieri, non più almeno. Non c’è presidio medico, ad eccezione di un punto gestito dalla Croce rossa ma attivo solo di domenica. Non c’è uno sportello Bancomat e neanche un Uffico Postale.
E aggiungiamoci che intenzionalmente o meno a Trevi o ad Arcinazzo, capoluochi distanti una decina di chilometri, di richiedenti asilo non ce ne sono, mentre qui sono la metà dei residenti.
Giulio Cesare riuscì a sviluppare un territorio così esteso da solo e tre sindaci non riescono a far tornare Altipiani di Arcinazzo al suo acclamato spendore?

Basti pensare che, nella seconda metà del secolo scorso, questo paese divenne un’importante località turistica, con la costruzione di numerose ville e palazzine, caratterizzata da netta prevalenza delle seconde case, grazie alla bellezza e salubrità dei luoghi, per i quali fu soprannominato “la piccola Svizzera”.

Tutto ciò dove è andato a finire? Tornerà mai?

Speriamo solo che qualcuno possa fare qualcosa per questo territorio e per questi abitanti, perché finora nessuno li ha ascoltati.

   

 

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