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Addio a Fabrizio Frizzi: muore un pezzo di storia della televisione italiana

Fabrizio Frizzi si è spento la scorsa notte all’ospedale Sant’Andrea di Roma. Aveva compiuto 60 anni lo scorso 5 febbraio.

Si è spento nella notte un grande protagonista della televisione italiana, Fabrizio Frizzi. Lo annunciano la moglie del conduttore, Carlotta, il fratello Fabio e i familiari: “Grazie Fabrizio per tutto l’amore che ci hai donato”. Frizzi aveva 60 anni compiuti quasi due mesi fa. È morto questa notte all’ospedale Sant’Andrea di Roma, per via di un’emorragia cerebrale. La malattia, però, lo inseguiva da mesi. Lo scorso 23 ottobre, Frizzi era stato colpito da un malore, un’ischemia, nel bel mezzo di una puntata de “L’Eredità”. In quell’occasione, fu ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma e dimesso pochi giorni dopo.

Dopo quella prima battuta d’arresto, Fabrizio Frizzi tornò sul piccolo schermo a dicembre, ancora alla guida del programma di RaiUno. “L’Eredità è una gioia, fa bene anche al fisico. L’adrenalina sento che mi aiuta a stare meglio”, scherzava con Vincenzo Mollica. Parlava così della sua malattia: “Non è ancora finita”, “se guarirò, racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca. Ora è la ricerca che mi sta aiutando”.

L’Addio della Rai

La Rai saluta Frizzi con una nota: «Con Fabrizio se ne va un pezzo di noi, della nostra storia, del nostro quotidiano». «Non scompare solo un grande artista e uomo di spettacolo, con Fabrizio se ne va un caro amico, una persona che ci ha insegnato l’amore per il lavoro e per l’essere squadra, sempre attento e rispettoso verso il pubblico. Se ne va l’uomo dei sorrisi e degli abbracci per tutti. L’interprete straordinario del coraggio e della voglia di vivere. È impossibile in questo momento esprimere tutto quello che la scomparsa di Fabrizio suscita in ognuno di noi. Così la Rai tutta, con la presidente Monica Maggioni e il direttore generale Mario Orfeo, può solo stringersi attorno a Carlotta e alla sua famiglia in questo momento di immenso dolore».

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