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A Londra la versione europea di “Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche”

Alla National Gallery di Londra è stata presentata l’esposizione “Lorenzo Lotto portraits”, trasposizione internazionale di “Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche”.

Fino al 10 febbraio 2019 presso i Musei Civici di Macerata sarà esposta la mostra “Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche”, dedicata al Lorenzo Lotto, artista veneziano, nel contesto di un “Anno Lottesco”, che coinvolge non solo l’Italia, ma anche la Spagna e l’Inghilterra. E infatti la mostra di Palazzo Buonaccorsi ha una vetrina Europea anche presso la National Gallery di Londra, sotto il nome di “Lorenzo Lotto portraits”. La versione inglese della mostra italiana aprirà le porte al pubblico il 5 novembre, per poi chiudere anche lei insieme alla corrispettiva italiana.

Alla conferenza inaugurale di “Lorenzo Lotto portraits” erano presenti anche la premier Theresa May, l’ambasciatore italiano Raffaele Trombetta, il direttore della National Gallery Gabriele Maria Finaldi, il direttore del Museo Nacional del Prado di Madrid, Miguel Falomir ed Enrico Maria Dal Pozzolo, il curatore che si è occupato anche di “Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche”.

Le vicende che hanno portato all’allestimento di una mostra di Lorenzo Lotto a Macerata, Madrid e Londra sono raccontate nel sito del Comune di Macerata. “Nell’agosto 2016 al Prado di Madrid e alla National Gallery di Londra si sta lavorando a un’importantissima mostra sui ritratti di Lorenzo Lotto. Nelle Marche si registra la prima di una serie di scosse di terremoto che sconvolgono la terra che l’artista, veneziano di nascita, aveva scelto come patria d’elezione, al punto da volervi concludere la vita, a Loreto. Nelle Marche si conservano 25 sue opere straordinarie, quasi il 15% dell’intera produzione del maestro. Alcune di esse devono essere messe in sicurezza, ma l’insieme è salvo ed è una presenza che costituisce un museo diffuso unico al mondo: il “Museo Lotto”. Perché non riaprirlo e riproporlo in modo nuovo? E perché non pensare a una mostra – seria, di ricerca, densa, in rapporto con quella del Prado e della National Gallery – sulla sua esperienza nelle Marche, magari riportandovi le opere eseguite per esse e ormai lontane?”

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