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A giugno il gay pride del Friuli-Venezia Giulia

I movimenti LGBTQIA del Triveneto organizzeranno il FvgPride 2019: eventi, concerti, spettacoli e convegni per avvicinare e sensibilizzare.

In una conferenza stampa tenutasi mercoledì 23 gennaio, è stata ufficialmente lanciata l’iniziativa del FvgPride 2019. Un’idea per “ribadire il proprio no a qualsiasi forma di violenza e discriminazione”, ma anche per avvicinare e sensibilizzare la popolazione. I movimenti organizzeranno per giugno di quest’anno una serie di eventi, concerti, convegni e spettacoli, che culmineranno con una grande parata a Trieste l’8 giugno. Antonella Nicosia, presidente della Onlus Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia e responsabile Diritti persone trans della segreteria nazionale Arcigay, ha spiegato che sarà un “Pride dell’unione”.

“Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia ONLUS, Arcigay Friuli, Associazione Universitaria Iris e Lesbiche del Nord Est – Lune Alfi uniscono le forze ancora una volta per dare vita alla seconda edizione di FVG Pride, la nostra risposta di orgoglio e speranza ad un clima politico sempre più ostile non solo verso la comunità LGBTQIA+ (lesbica, gay, bisessuale, transgender, queer, intersex, asessuale), ma verso chiunque venga considerato “diverso”, che sia per genere, colore della pelle, etnia, religione o estrazione sociale”, spiegano sul sito dell’evento.

Per l’occasione è stato redatto un manifesto “per creare insieme un mondo equo”, dove vengono avanzate proposte per un matrimonio egualitario, l’adozione da parte di coppie omosessuali, leggi contro l’omofobia, il rispetto del multilinguismo in regione, campagne di prevenzione contro le Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST) e molto altro. “Non chiederemo il patrocinio per l’evento né al Comune di Trieste né alla Regione Fvg, ma lo chiederemo agli altri Comuni”, spiega in conferenza stampa Antonella Nicosia. “C’è chi comprende la convenienza di dare un patrocinio ai principi del manifesto e c’è chi ha ancora 100 giorni per cambiare idea”. Il Comune di Trieste, a fronte di un’eventuale richiesta di patrocinio, era dell’idea di non concederlo, coerentemente con le proprie politiche della famiglia.

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