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A Genova prende vita un corteo contro le decisioni sul futuro della scuola

«Scuola virtuale, pericolo reale»: gli studenti scendono in piazza a Genova insieme con genitori e insegnanti per protestare contro la ripresa delle lezioni (con contestuali ritardi e disagi) dopo il coronavirus.

Dopo lo sciopero di giovedì, venerdì è il giorno della manifestazione: agli striscioni, questa volta, si affiancano le mascherine, nel rispetto delle norme anti coronavirus, e il percorso, iniziato da via Fanti d’Italia, non tocca le zone in cui è in vigore la nuova ordinanza che impone l’uso delle mascherine h24 e vieta ogni tipo di manifestazione.

Due dunque le tappe del corteo: in via Balbi, davanti alla sede dell’Università, e in via Garibaldi, davanti alla sede di Palazzo Tursi, con una ristretta delegazione che consegnerà al sindaco Bucci una lettera.

Le richieste riflettono quelle della mobilitazione nazionale con cortei a Roma, Milano e Torino: stop al precariato, maggiori fondi per la scuola pubblica e regolarizzazione dei contratti: «I provvedimenti che il governo sta mettendo in atto sono briciole; le istituzioni non stanno garantendo a studenti, famiglie e personale scolastico i propri diritti costituzionali. Ciò a cui si sta assistendo è un deciso passo verso lo smantellamento della scuola e dell’università pubblica – scrivono gli organizzatori – La necessità di dare una scossa al vigente status quo pare necessaria e chiara, soprattutto all’interno di un momento storico così delicato. La scuola intesa come presidio sociale fondamentale sta cessando di esistere, per questo sentiamo la necessità di mobilitarci e pretendere i nostri diritti, non vogliamo che le misure emergenziali si consolidino come prassi anche a emergenza finita».

 
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