Latina – L´amministrazione comunale sembra abbia seri problemi con la regolamentazione degli affitti per gli edifici dedicati alle pubbliche funzioni.
L´ex primo cittadino di Latina, Vincenzo Zaccheo alla richiesta di rilasciare dichiarazioni alla nostra redazione romana, ha commentato in modo decisamente lapidario: “Una montagna di menzogne messe in campo da persone delle quali non voglio neanche fare il nome!“. Eppure la nostra redazione aveva solamente chiesto un commento alla vicenda, senza accusare o puntare il dito contro nessuno….
Fabrizio Cirilli ha replicato che il dossier presentato in Procura non è altro che una raccolta di dati di fatto con molti punti oscuri, dei quali si chiede chiarimento.
Sembra che le difficoltà siano sorte in merito ad operazioni di compravendita di immobili, costati alle casse cittadine cifre tali che avrebbero consentito l´acquisto di spazi comodamente necessari ad ospitare gli uffici distaccati, che invece sono stati e sono costretti a condizioni di affitto.
Per l´affitto di due piani a Palazzo Pegasol, struttura delle ex autolinee che oggi ospita uffici comunali distaccati, il Comune di Latina paga 320mila euro all´anno, con contratto in scadenza nel 2013, data in cui l´ammontare dell´affitto avrà raggiunto la cifra di 1 milione e 900mila euro.
Nel 2003, quando la società DPF comprò lo stesso palazzo Pegasol per 2 milioni e 800mila euro, l´amministrazione comunale trattava l´acquisto della struttura ex Icos, un vero e proprio rudere, all´asta, per la “misera cifra” di 2 milioni e mezzo di euro.
Sostanzialmente il sorprendente comportamento del Comune di Latina si pone in questi termini: acquistare strutture fatiscenti e inutilizzate, che restano oltretutto inutilizzate, per poi pagare canoni di affitto di centinaia di migliaia di euro a proprietari privati nei cui palazzi sono ospitati gli stessi uffici comunali.
Il caso Pegasol-Icos è d´altra parte emblematico: “Cui prodest?” Quali sono le speculazioni che si nascondono sotto queste misteriose operazioni immobiliari della ex amministrazione di Vincenzo Zaccheo, della ormai definita “cricca Balducci” (vedi G8 a La Maddalena e L´Aquila), e delle oscure società che vi ruotano intorno? Chi sono i mediatori? Perché è stato acquistato l´Icos anziché il Pegasol, accettando di dover pagare un affitto senza senso? Cosa ne dicono i cittadini di Latina, che devono mettere mano ai propri risparmi per permettere agli uffici comunali di svolgere il loro lavoro?
E che dire poi dell´ex palazzo dell´Intendenza di Finanza in Piazza del Popolo, dove, allo stesso modo, il Comune deve pagare un affitto a molti zeri, pur essendo proprietario di immobili che invece non sono destinati ad uso amministrativo?
Stesso discorso per la Procura, i cui uffici sono soggetti a canone di 1 milione e 300mila euro, il cui contratto è scaduto da un anno (settembre 2009), in attesa della fine dei lavori di quella che doveva essere la nuova “Cittàdella Giudiziaria”, che ormai non pochi definiscono “puro miraggio”, e dell´area di Rio Martino.
Bisogna considerare che l´allora provveditore delle Opere Pubbliche, il quale aveva ricevuto dal Comune il mandato per la trattativa sugli appalti, era il dottor Angelo Balducci, lo stesso dell´affare Icos, e che per puro caso risulta non poco coinvolto nelle inchieste delle Procure di Perugia e Roma sulla gestione impropria degli appalti di varie caserme e palazzi di varie Procure.
La società DPF ricevette la consegna e l´appalto non tramite regolare gara comunale ma, non si sa se direttamente o meno, dalle mani di Angelo Balducci.
Una delle fonti da cui ha origine l´intera vicenda è un documento presentato alla Procura di Latina dall´ex Consigliere Regionale Fabrizio Cirilli (oggi portavoce del Movimento “L´altra faccia della politica”, in area UDC, nonché candidato sindaco a Latina nel 2007), che chiede piena luce sulla vicenda.
La Procura ha acquisito gli atti e sta conducendo indagini in merito.
Sostanzialmente si tratta di un affare poco chiaro, con interessi non da poco che ruotano intorno al palazzo Icos, rudere abbandonato che avrebbe dovuto ospitare, dopo una ristrutturazione, la nuova sede della Guardia di Finanza, che avrebbe lasciato l´attuale sede di “Palazzo M” all´Università.
L´allora sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, nel 2002 firma un Protocollo di Intesa con Provveditorato Opere Pubbliche diretto da Angelo Balducci, e con l´Università. L´anno seguente un nuovo Protocollo stabilisce la urgentissima necessità di reperire una sede per questa complicata operazione. Necessità, in effetti, che già di per se desta non pochi sospetti. Questa nuova e urgente sede è individuata appunto nel palazzo Icos.
Tappa seguente: Angelo Balducci si impegna con documento scritto, a mettere a disposizione la somma di 13 milioni di euro per i lavori di ristrutturazione di Palazzo Icos, che a tutti gli effetti non sono mai arrivati.
Il Comune è quindi costretto a ricorrere ad un acquisto all´asta e si aggiudica la proprietà di palazzo Icos per 2 milioni e mezzo di euro.
Il fatto strano è che durante il procedimento di asta pubblica, una società di Frosinone effettua ben 13 rilanci di offerta da 50mila euro ciascuno, facendo alzare il prezzo dell´immobile di oltre 700mila euro, fermandosi poi alla soglia massima della valutazione effettuata dal Comune di Latina.
Solamente 24 ore dopo la conclusione dell´asta, il sindaco Zaccheo presenta un esposto denunciando irregolarità nello svolgimento della gara.
Il dossier acquisito dalla Procura, e dall´attuale Commissario Straordinario del Comune di Latina, parla inoltre di un´altra società di Frosinone, che stranamente ha nel proprio organico gli stessi soci di quella che ha preso parte all´asta per Palazzo Icos, la quale acquisisce la proprietà di Palazzo Pegasol per 2 milioni e 800mila euro.
Poche settimane più tardi iniziano i lavori di ristrutturazione di palazzo Pegasol e al tempo stesso il Comune di latina comincia a interessarsi per l´affitto di alcuni uffici. Affare poi concluso nel 2006 per la cifra di oltre 500 milioni delle vecchie lire, all´anno.
A questo punto, la domanda resta ancora più marcata: “Cui Prodest” ?