Roma – Gatti e cani randagi sono sempre stati una caratteristica delle grandi città, ma il fenomeno non si contrasta con decisioni drastiche e barbare come i decreti di alcuni sindaci che vogliono l´eliminazione fisica degli animali allo sbando, perché giudicati pericolosi.
Un esempio? Il quartiere romano di Vetrano, dove all´interno del cimitero sono stati censiti circa 430 felini senza padrone, e dove igiene e ordine sono comunque garantiti.
Da tenere presente che la legge italiana prevede, per i sindaci, la responsabilità di raccogliere, curare, garantire un ricovero, censirli tramite microchip, ed eventualmente sterilizzarli, ma non certo di condannarli a morte.
Esempio non certo positivo, il sindaco di Monte di Procida, in provincia di Napoli, il cui ricorso al TAR fu respinto in tronco e senza appello, dopo che aveva vietato ai propri concittadini di nutrire animali randagi. Ad Altavilla Irpina (Avellino) il primi cittadino, che oltretutto poteva contare sull´ausilio di una ASL con sezione veterinaria organizzata, ha ordinato l´abbattimento degli animali senza padrone, per manifesta pericolosità.
Le associazioni ambientaliste e la Lega Protezione Animali sono naturalmente insorte, portando a modello il cimitero del Vetrano a Roma, dove si registra la presenza della più numerosa colonia felina del Paese, con oltre 430 gatti randagi, che vanno d´amore e d´accordo con i visitatori, grazie ad una ben ponderata organizzazione del direttore del servizio cimiteriale della caitale, Vittorio Borghini, e della associazione onlus Animal Welfare presieduta da Luana Stefani: 34 postazioni esclusivamente dedicate ai gatti del Vetrano, in materiale plastico, per il nutrimento e per le deiezioni. Una soluzione economica, igienica, rispettosa dell´ambiente. Senza contare che i 430 felini, ben mantenuti, sono anche un ottimo espediente naturale anti-topo…