ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Un garage come centrale di rifornimento dei pusher torinesi, 8 arresti e un mln sequestrato

Torino -I Carabinieri della Sezione antidroga del Nucleo Investigativo hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di 5 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e vendita di sostanze stupefacenti.
L’attività ha già permesso, nel giugno scorso, di sequestrare 28kg di stupefacente di droga e un milione di euro in contanti.
La prima parte dell’operazione antidroga 'One million', si era conclusa con l'arresto di tre persone.
Il blitz era scattato in un garage del capoluogo piemontese, all'interno i militari hanno trovato cocaina, eroina, marijuana, hashish, una macchina conta-banconote, due autovetture, 30 telefoni cellulari, una pressa idraulica e otto bilancini di precisione.
Dalla conta degli involucri vuoti i militari avevano accertato che nel locale erano transitati da poco almeno 270 chili di cocaina, per un valore di oltre 27 milioni di euro.
Il denaro era pronto per essere investito in un'altra partita di droga.
Dalle indiagini è emerso che il gruppo criminale gestiva una rete dedita all’importazione di sostanze stupefacenti, sfruttando le rotte del narcotraffico internazionale (porto di Rotterdam e rotta balcanica su tutte) e si occupava di rifornire il capoluogo torinese sino ai livelli di vendita al dettaglio più bassi, con un volume di stupefacente solo di cocaina stimato in 70kg di sostanza purissima.
Nel corso delle attività, sono stati sequestrati: 10.626 kg di cocaina, 1.784 kg di eroina, 13.631 kg di hashish, 0.919 kg di marijuana, 20.894 kg di sostanza da taglio e 977.980,00 euro in contanti.
Inoltre, i Carabinieri hanno individuato una fitta rete di senegalesi distribuiti su tutta la città che rifornivano tutti i pusher da strada da Barriera Milano fino a Moncalieri, passando da San Salvario e Mirafiori.
Potrebbero essere oltre cento gli operai della droga distribuiti sul territorio che sganciava palline a raffica sul territorio torinese.
La banda utilizzava, molto probabilmente, una piccola betoniera per impastare la cocaina che poi veniva nascosta nei sacchi del cemento per il trasporto al garage dove veniva raffinata, lavorata e confezionata.
Nel corso di tutte le operazioni, gli indagati hanno dimostrato particolare accortezza perché hanno sostituito continuamente i loro cellulari e le schede sim, intestate a prestanome, e soprattutto hanno utilizzato per le loro le comunicazioni un software di criptazione, al fine di eludere eventuali intercettazioni nei loro confronti.

Facebook