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Omicidio #Emanuele: Mario Castagnacci e Paolo Palmisani in stato di fermo, il cerchio si stringe sui colpevoli

Alatri – Nel corso della notte di oggi 28.03.2017 i militari del NORM Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Alatri unitamente a quelli della locale Stazione e collaborati dall’Arma di Roma Trastevere, a parziale conclusione di serrate ed ininterrotte indagini intraprese a seguito della rissa verificatasi in Alatri la notte di venerdì 24 u.s. nella quale veniva brutalmente picchiato il giovane 20enne MORGANTI Emanuele che, per le gravissime lesioni, decedeva domenica presso il Policlinico Umberto I° di Roma, procedevano in Roma, al fermo per omicidio Mario Castagnacci di anni 27 e Paolo Palmisani di anni 24 di Alatri nonché alla denuncia in stato di libertà per rissa e lesione.

Le indagini condotte dai militari operanti e coordinate dal Sost. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone Dr. V.MISITI, che concordando con le risultanze investigative emetteva i provvedimenti di fermo eseguiti, hanno permesso di ricostruire con meticolosità i fatti che hanno portato alla morte del giovane operaio alatrense.

I militari, attraverso informazioni testimoniali raccolte, accertavano che la sera di venerdì u.s., all’interno di un disco-pub sito nel centro della città ernica, ove era in corso anche una festa privata, per futili motivi nasceva una lite tra MORGANTI Emanuele che era in compagnia della sua fidanzata ed un altro giovane.
Qui veniva percosso da altri giovani nel frattempo aggiuntisi al gruppo, in corso di identificazione.
Il ragazzo, in questo frangente, riusciva in un primo momento a divincolarsi, ma purtroppo veniva nuovamente raggiunto dagli aggressori e colpito violentemente al capo, rimanendo esamine in terra sino all’arrivo dei soccorsi che lo conducevano dapprima presso l’Ospedale di Alatri e poi al policlinico Umberto I ove decedeva il giorno successivo.
I fermati sono stati raggiunti dai Carabinieri presso un’ abitazione in Roma ove si erano rifugiati dopo i fatti.
Gli stessi, al termine degli atti di rito sono stati tradotti presso il carcere di Roma Regina Coeli a disposizione dell’A.G. procedente.
Le indagini proseguono per delineare ancora alcuni contorni degli eventi accaduti e ulteriori responsabili, e altresì verificare, dall’esame della documentazione acquisita, se il locale sia in possesso di tutti i requisiti previsti dalle vigenti normative.

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