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80mila giovani a San Siro per il Papa: “Promettete di non essere bulli!”

Milano – “C’è un fenomeno brutto che mi preoccupa nell’educazione: i bulli. Per favore state attenti. Promettete al Papa e a Gesù di non essere bulli”. Lo ha chiesto Francesco agli 80mila giovani cresimandi che hanno riempito lo Stadio Meazza-San Siro, ultima tappa della visita di Bergoglio a Milano. “Nella vostra scuola, nel vostro quartiere – ha domandato loro il Papa – c’è qualcuno che prendere in giro perché è grosso o per altri motivi? Pensate. Farlo vergognare di qualcosa e anche picchiarlo si chiama bullismo. Per favore – ha chiesto Francesco – per il sacramento della santa cresima che state per ricevere fate la promessa al Signore di non fare mai questo e di non permettere che si faccia nella vostra scuola e nel vostro quartiere”. Rispondendo alla domanda di una catechista, Bergoglio ha spiegato che l’educazione deve essere basata sul “pensare-fare-sentire (testa-mani-cuore). Non divorziare queste tre cose. Ma farle tutte insieme, non educare solo l’intelletto che senza cuore e senza mani non serve. Deve essere armonica l’educazione. Si può dire anche educare con i contenuti, le idee, gli atteggiamenti nella vita e i valori. Ma mai educare soltanto per esempio con le nozioni, le idee. Anche il cuore deve crescere nell’educazione. Anche il fare, il modo di andare nella vita”. Francesco ha ricordato “che una volta in una scuola c’era un alunno che era un fenomeno a giocare a calcio e un disastro nella condotta in classe. Una regola che gli avevano dato era che se non si comportava bene doveva lasciare il calcio. Dato che continuò a comportarsi male rimase due mesi senza giocare, e questo peggiorò le cose. Stare attenti quando si punisce. Un giorno l’allenatore parlò con la direttrice e le chiese che il ragazzo potesse riprendere a giocare. Lo mise come capitano della squadra. Allora si sentì considerato, sentì che poteva dare il meglio di sé e cominciò non solo a comportarsi meglio, ma a migliorare tutto il rendimento. Questo mi sembra molto importante nell’educazione. Tra i nostri studenti ce ne sono alcuni che sono portati per lo sport e non tanto per le scienze e altri riescono meglio nell’arte piuttosto che nella matematica e altri nella filosofia più che nello sport. Un buon maestro, educatore o allenatore sa stimolare le buone qualità dei suoi allievi e non trascurare le altre; cercando sempre la complementarità. Nessuno – ha concluso il Papa – può essere bravo in tutto e questo dobbiamo dirlo ai nostri alunni: siamo complementari. Non possiamo dimenticare questo principio”.

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