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Presidenza Toti: promesse onorate, ma poca #trasparenza sulle spese

Il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è tra i nuovi volti della politica italiana. Laureato in Scienze Politiche, fino al 2015 è stato parlamentare europeo nel gruppo Partito Popolare Europeo. Dal 2015 è Presidente della Regione Liguria ed è un esponente di Forza Italia. A quasi due anni dall’elezione, l’attuazione del programma elettorale è stata analizzata dal Presidente stesso e dai Consiglieri di opposizione: Tosi e De Ferrari (M5S) e Piana (Lega Nord Liguria-Salvini).

Tra gli obiettivi raggiunti vi sono l’azzeramento dell’Irap, per 5 anni, per le imprese nate nel 2016; l’approvazione del Piano Strategico Digitale 2016/2018; l’avvio alla riforma sanitaria, segnata dalla nascita di A.Li.Sa; lo stanziamento di fondi per l’inserimento lavorativo dei disoccupati over 40.

In questi anni Toti ha fatto spesso discutere: dalla sua presenza al Family Day al piano-casa, osteggiato dalle opposizioni, dalle battute infelici ai costi della sua presidenza (il doppio rispetto a quelli del suo predecessore, Burlando). «Per Burlando il mondo finiva a Sestri, io tutti i mercoledì sono a Roma come vicepresidente della Conferenza delle Regioni», questa è stata la risposta a chi gli ha chiesto il motivo dell’incremento dei costi. E cosa dice dei 140 mila euro pagati all’ex segretaria di Emilio Fede, Roberta Ferraro, e degli 11 mila a Davide Marselli, dello stabilimento balneare di cui è fruitore? «Pago il giusto le professionalità, il resto è demagogia».

Certo, il Presidente avrà onorato le promesse fatte durante la campagna elettorale, ma dovrebbe anche iniziare a dar conto ai propri elettori di ciò che spende, poiché le risorse impiegate per pagare i super Co.Co.Co. sono state prelevate ai cittadini e giustificare le spese con superficialità non è sintomo trasparenza, per un Presidente proiettato verso Palazzo Chigi.

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