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L'Acquasola di #Genova, ribaltata la condanna dei Dirigenti comunali e Soprintendenti

Genova –Risvolto sulla vicenda del parcheggio dell’Acquasola, la Corta d’Appello di Genova ha ribaltato la condanna degli imputati stabilita in primo grado dal Tribunale di Genova.
Italia Nostra Genova ha reagito con sconcerto all’esito del giudizio, nel quale non si evince nessuna tutela del bene pubblico, ciononostante resta la convinzione di difendere il Parco Storico.
Nel 2015 il Tribunale Penale di Genova aveva condannato a 6 mesi di reclusione il dirigente del Comune di Genova, il legale rappresentante della società di costruzioni e due Soprintendenti ai beni culturali e un loro funzionario per “la destinazione incompatibile di un bene culturale tutelato” .
Era la prima volta in Italia che un Tribunale condannava a una pena detentiva i dirigenti e i funzionari di una Sopraintendenza e di un Comune per aver autorizzato la costruzione di un autosilo in un parco storico vincolato.
La condanna è stata ribaltata dalla Corte d’Appello di Genova.
La vicenda dell’Acquasola ha una lunga storia ventennale, all’interno della quale il Comune di Genova e la Regione Liguria hanno assunto un ruolo particolare nel concedere favori e agevolazioni all’azienda privata Sistema Parcheggi srl.
La vicenda è abbastanza intricata e occorre ripercorrere le tappe fondamentali per avere un quadro chiaro.
Secondo l’allora sindaca Marta Vincenzi la vicenda avrebbe dovuto concludersi il 25 novembre 2011, quando la Giunta comunale aveva approvato la delibera intitolata “Realizzazione dell’autorimessa interrata in spianata Acquasola. Nuovi indirizzi a salvaguardia patrimonio storico ambientale relativi alla riapertura in autotutela del procedimento autorizzativo dell’intervento”. Vincenzi dichiarò “Abbiamo salvato il parco dell’Acquasola, con la delibera che abbiamo approvato in Giunta non si potrà più fare nessun parcheggio interrato”.

Il provvedimento giunge dopo un percorso iniziato nel 1990.
Il Comune affidò alla Sistema Parcheggi srl, ai tempi denominata Assopark, la costruzione e gestione pluriennale di sei parcheggi a corona nel centro cittadino, nello specifico Piazza della Vittoria, Piazzale Kennedy, Largo Santa Maria dei Servi, Spianata Acquasola, Piazza Palermo, Piazza Paolo da Novi.
Nel settembre 2011 la Corte di Cassazione ha confermato l’ordinanza del Tribunale di Genova che aveva disposto il sequestro del cantiere all’interno del parco, sottolineando che “gli interventi che incidono sulla conservazione e l’integrità dei beni storici sono possibili, quindi autorizzabili, qualora essi mirino a valorizzare o meglio utilizzare il bene protetto”.
Gli interventi progettati nel caso dell’Acquasola non avrebbero lo scopo di salvaguardare e valorizzare la natura storica del bene protetto.
È stato così deciso dalla Giunta di riaprire il procedimento “allo scopo di effettuare e/o rinnovare la valutazione di compatibilità dell’intervento autorizzato con la natura e destinazione del bene tenendo conto della tutela accordata al bene stesso dal Codice dei beni culturali”.
L’iter amministrativo non fu comunicato ai soggetti interessati, come confermò Maria Teresa Gambino, presidente di Sistema Parcheggi srl “Noi non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione dal Comune, quando riceveremo la delibera la valuteremo. Per noi la partita non è chiusa anche perché c’è un’inchiesta in corso”.
La portavoce del comitato dell'Acquasola, Graziella Gaggero, coomentò “Speriamo che il percorso formale di autotutela porti davvero alla revoca della concessione. Da lungo tempo non viene più eseguita la manutenzione del parco. Per la sua riqualificazione sono stati stanziati 700 mila euro. Ci auguriamo che l’intera somma sia destinata a quest’obiettivo”.

La vicenda è inquinata fin da subito con un’inchiesta giudiziaria conclusa con la condanna di vari soggetti da parte del Tribunale di Genova, che costrinse il Comune a modificare il programma di interventi. Infatti rispetto alle previsioni originarie, 6 parcheggi a corona, fu realizzato un solo autoparcheggio, quello di Piazza della Vittoria lato nord.
Il contenzioso Comune-Sistema Parcheggi srl nasce nel 1996 quando la società concessionaria pretese il rispetto degli accordi iniziali e avanzò una serie di richieste risarcitorie.

Una sentenza del Tar, confermata da una sentenza della Corte di Cassazione del 10/12/2001, respinse le istanze della Sistema Parcheggi srl e in sostanza diede ragione al Comune su cui non sarebbe gravato nessun vincolo nel caso in cui avesse voluto modificare gli accordi iniziali.

Con una delibera del Consiglio comunale del 28 maggio 2002, il parcheggio dell’Acquasola viene inserito nel Programma Integrato della Mobilità e il 27 dicembre 2002 la Giunta regionale delibera l’erogazione di un contributo di oltre 2 milioni e 690 mila euro per il parcheggio dell’Acquasola.
Un finanziamento a zero interessi, restituibile in 25 anni, volto a incentivare la mobilità sostenibile.
Soldi pubblici destinati a finire nelle casse di Sistema Parcheggi srl a condizione che i lavori partissero entro 24 mesi, vale a dire entro il 27 dicembre 2004.
Non è ancora chiaro come la realizzazione di un parcheggio interrato potesse essere considerato un intervento a favore della mobilità sostenibile.
A fine dicembre 2002 una delibera della Giunta comunale approva una transazione del contenzioso che conferma l’affidamento in concessione alla Sistema Parcheggi srl dei lavori per la costruzione e gestione del parcheggio nel sottosuolo dell’Acquasola con la rinuncia da parte della società alle pretese di costruzione e gestione degli altri parcheggi.
Nella transazione vengono descritti gli oneri dei costruttori verso l’amministrazione per gli anni successivi alla realizzazione del parcheggio, ma la valutazione delle pretese del Comune appare discordante rispetto al reale valore dei beni, per esempio il valore per anno di un singolo posto auto è ritenuto nella transazione pari a poco più di 122 euro, considerando un prezzo standard di due euro l’ora il singolo parcheggio per un anno forse avrebbe un valore corrente più elevato.
Per quanto riguarda l'azienda, nella transazione viene nominato “il risarcimento conseguente ai danni derivanti dalla riduzione apportata al parcheggio di piazza della Vittoria”, conseguenza diretta del ritrovamento di alcuni reperti archeologici. Si tratta di un fatto imprevedibile che non dovrebbe obbligare il pagamento di risarcimenti a carico dell’amministrazione comunale.
Nel frattempo continua la lotta di comitati cittadini e associazioni ambientaliste, in particolare Italia nostra e Legambiente, contro il progetto del parcheggio all’Acquasola. L’obiettivo della mobilitazione è rallentare l’avvio dei lavori in modo tale che Sistemi Parcheggi srl perda il finanziamento regionale.

Il 20 dicembre 2004 a pochi giorni dalla scadenza del 27 dicembre, data ultima per l’inizio dei lavori, cittadini e ambientalisti scrivono una lettera alla Regione Liguria chiedendo che venga negata la proroga, in precedenza richiesta dal Comune di Genova, del termine per l’inizio dei lavori. Secondo i comitati e le associazioni il contributo regionale deve essere revocato e destinato a una reale riqualificazione del verde urbano e al miglioramento del trasporto pubblico locale, non al disfacimento di un parco storico.
La Regione Liguria dapprima approva un emendamento in cui si impegna a non concedere la proroga per poi smentirsi nell’ottobre 2005, proponendo l’annullamento della stessa delibera.
La società concessionaria predispone il progetto definitivo dell’intervento, ottiene il parere favorevole di Comune e Soprintendenza nell’ambito della Conferenza dei Servizi che nel maggio 2007 approva il progetto.

Il 16 ottobre 2007 la Regione Liguria concede una seconda proroga e il finanziamento dell’intervento.
Nell’estate 2009 le aree vengono consegnate a Sistema Parcheggi srl che avvia la realizzazione del parcheggio, ma i lavori vengono interrotti più volte a causa dei ricorsi promossi da cittadini ed associazioni che contestano l’affidamento della concessione. Due sentenze del Consiglio di Stato, una nel 2010 e l’ultima nel gennaio 2011, respingono i ricorsi.

Nel marzo 2011 il Tribunale di Genova emette un decreto di sequestro preventivo del cantiere e la Corte di Cassazione con la sentenza del 29 settembre ha confermato il sequestro.

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