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Gli #ospedalipubblici: liste d'attesa inerminabili un sistema da rivalutare

Latina – L’Azienda sanitaria e la Provincia di Latina sono, da anni, impegnate nella ricerca di una soluzione adeguata a un problema che caratterizza in modo negativo il settore della sanità: la riduzione dei tempi di attesa per esami diagnostici.

Un problema questo che sembra difficile da risolvere per le amministrazioni e che riguarda in modo particolare gli utenti che decidono di rivolgersi alla sanità pubblica per sottoporsi a visite specialistiche.

Un’importante testimonianza arriva da Cisterna, dove a una donna di 60 anni è stato chiesto di attendere ben due anni per sottoporsi ad una visita dall’otorino.

Nel 2016, a seguito di una perforazione al timpano, la signora si è rivolta al CUP di Cisterna, con l’intenzione di prenotare una visita specialistica, ma la risposta che ha ottenuto è stato l’invito ad attendere il termine dell’estate, vista l’indisponibilità dei posti, e riprovare a effettuare la prenotazione. Una sorta di caccia al tesoro, che continua a settembre 2016, quando a causa della indisponibilità del medico, il CUP la invita nuovamente a ritornare nel nuovo anno. Con il passare del tempo, la ricetta del medico di base è giunta a scadenza e, con i tempi necessari per ripetere la procedura, l’unico posto disponibile sarebbe stato a febbraio 2018, per un’attesa complessiva di due anni, senza contare il dispendio di tempo e energie cui la signora è stata costretta, senza potere neanche vedere i frutti del suo impegno. Ormai stremata dai continui rinvii, la signora ha infatti deciso di rivolgersi a una struttura privata.

Purtroppo questo non è un caso isolato: anche chi deve sottoporsi alla visita di un dentista e decide di rivolgersi alla struttura pubblica si vede costretto ad attendere, come il signor Vittorio, che per una visita di questo tipo ha dovuto attendere intere settimane.

Il tema delle liste di attesa è delicato e molto sentito dai cittadini, che, soprattutto con la crisi economica attuale, vorrebbero poter fare affidamento sulla sanità pubblica, che non riesce a soddisfare i bisogni della comunità locale che dovrebbe assistere.

Un altro aspetto molto importante, da ricordare, è il costo delle visite erogate dalle strutture sanitarie pubbliche, che spesso sono poco inferiori a quello delle strutture private. Vista la minima differenza di costo e i tempi non proprio brevi delle strutture pubbliche, i cittadini che possono decidono di rivolgersi alle strutture sanitarie private oppure di spostarsi sul territorio. Si tratta di alternative, più che di soluzioni, che, come in altri casi, segnano una netta linea di separazione fra cittadini di serie A, che possono ricorrere a prestazioni private, cittadini di serie B, che possono muoversi nel territorio, e cittadini di serie C, che sono costretti a rassegnarsi ai tempi della sanità pubblica.

Il diritto alla salute, tutelato dalla Costituzione, dovrebbe essere il punto di forza di uno Stato come quello italiano, che spreca ancora troppe risorse pubbliche, ma non le investe in modo efficiente. Come emerge dal Rapporto Meridiano Sanità elaborato da The European House- Ambrosetti, infatti, il tasso di mortalità in Italia, nel 2015, è stato maggiore quasi del 50% rispetto alla media europea e il nostro Paese si è collocato al terzultimo posto per investimenti nel settore della sanità pubblica.

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