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Raid ai danni della pasticceria Poppella

Spari stamattina a Napoli contro le vetrine della pasticceria “Poppella” nel Rione Sanità.
Dalle prime ricostruzione emerge che due persone incappucciate in sella a uno scooter, sarebbero arrivate davanti al negozio percorrendo via Arena della Sanità contromano.
Davanti al civico 24, in pieno giorno in un orario in cui la zona è affollata di bambini e mamme, uno dei due ha sparato tre o quattro colpi calibro 9.
I due uomini si sono poi allontanati in direzione di via Vergini.
“Ho sentito gli spari, mi trovavo nel laboratorio e mi sono precipitato in strada. Che delusione, questo attacco” racconta ancora sotto shock, Ciro Scognamiglio, titolare della pasticceria “Poppella” presa di mira, “Non me lo dovevano fare, sto male” conclude con gli occhi lucidi.
La pasticceria “Poppelle” è un simbolo nel Rione sanità.
La leggenda vuole che addirittura il Principe della risata, Totò, ne abbia frequentato i locali.
A quel tempo a dirigere la panetteria c'era la nonna di Ciro, che aprì il primo negozio nel quartiere Sanità a Napoli nel 1920.
Oggi il nome di Ciro “Poppella” Scognamillo, pasticcere di terza generazione, è associato a quello dei “fiocchi di neve”, piccole delizie di pasta brioche soffice con il cuore di panna montata, ricotta e crema, il tutto coperto da una spolverata di zucchero a velo.
Il dolce era nato per caso qualche anno fa.
Nel 2005 infatti il pasticciere decide di sfornare i primi fiocchi, giusto una ventina ogni domenica per vedere se potevano incotrare il gusto dei clienti.
Poi l’iniziativa di regalarne 5.000 ai ragazzi disabili alla Mostra d’Oltremare, nell’ambito della manifestazione “Tutti a scuola”.
Da quel momento è iniziata l'ascesa della pasticceria. 
Ivo Poggiani, presidente della Terza Municipalità di Napoli, dopo il raid intimidatorio a colpi di pistola avvenuto stamattina, ha commentato “La camorra spara sulle eccellenze per riportare il Rione Sanità di Napoli nel «buio» dal quale sta tentando di uscire”. Viene infatti colpito “un simbolo del quartiere, un'imprenditore generoso nato e cresciuto alla Sanità. Ho incontrato il ministro de Vincenti, Prefettura, Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Periferie, Commissione Regionale Anticamorra: a tutti ho esternato la mia rabbia e la mia paura per il ritorno di storiche famiglie di camorra che hanno nella propria subcultura camorristica lo strumento del pizzo”.

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