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Prevenzione e diagnosi precoce dei tumori

In tutta Europa, in un anno, 15.531.953 donne di età 50-69 anni hanno eseguito una mammografia di screening, 7.777.688 donne di età 30-59 anni si sono sottoposte a un Pap test per lo screening del tumore del collo dell’utero e 9.646.530 persone di età 50-74 anni hanno fatto un test per lo screening del tumore colorettale.
Il 9 febbraio è stato reso disponibile il Rapporto sullo Screening del Cancro nell’Unione Europea scaricabile dai siti: http://ec.europa.eu/health/home_en https://ec.europa.eu/health/major_chronic_diseases/publications_en
http://www.iarc.fr/index.php
Il rapporto è frutto di un progetto, finanziato dalla Commissione Europea, coordinato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’OMS, in collaborazione con il CPO Piemonte della Città della Salute di Torino e con il Finnish Cancer Registry di Helsinky, che ha l’obiettivo di monitorare l’implementazione delle raccomandazioni del Consiglio Europeo per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori (https://cancer-code-europe.iarc.fr/index.php/en/ecac-12-ways/screening-recommandation/252-european-guidelines-for-quality-assurance-in-cancer-screening).
“Un importante valore aggiunto di questa edizione, rispetto alla precedente, è stata la possibilità di raccogliere ed analizzare gli indicatori di performance dei programmi di screening europei in modo armonioso e standardizzato” ha sottolineato Christopher Wild, Direttore della IARC, nella prefazione al documento.
Obiettivo raggiunto grazie agli esperti dello screening di Torino, che hanno sviluppato gli strumenti per la raccolta on-line dei dati, basata sulla somministrazione di questionari attraverso il sito web del CPO e sulla compilazione di tavole Excel standardizzate.
Un lavoro complesso che ha analizzato e confrontato le procedure che governano i tre screening e la loro variabilità internazionale per giungere a tabelle, i cui numeri, una volta inseriti, consentono il confronto delle performance di diversi Paesi e catturano e descrivono le specificità di ciascun Paese.
“Per arrivare a tale risultato abbiamo mirato ad una struttura dati in grado di standardizzare il più possibile il calcolo dei principali indicatori di qualità, ma che fosse al contempo abbastanza elastica da consentirle di descrivere specifiche varianti, in modo da darne conto con un approccio che chiameremmo glocal, punto di incontro dei due approcci global e local”, ha dichiarato Mariano Tomatis del CPO, che ha gestito il sistema di data management.
Nel merito, secondo Antonio Ponti, il ‘principal investigator’ del rapporto, “programmi di screening su base di popolazione sono presenti in 25 dei Paesi membri per quanto riguarda il tumore della mammella, in 22 per quanto riguarda la cervice uterina ed in 20 per il colon retto. La graduale e costante diffusione in Europa di programmi di provata efficacia contribuisce a diminuire la mortalità per cancro e, per quanto riguarda la cervice uterina ed il colon retto, anche la sua frequenza”.
Come dice Xavier Prats Monné, Direttore Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare della Commissione Europea, nella premessa al rapporto “a causa del cancro, 1.3 milioni di vite sono perdute ogni anno, delle quali circa la metà possono essere evitate con maggiori azioni preventive dirette a fronteggiare e mitigare il rischio”.

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