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Sequestrati 7 mila pezzi di piastrelle tossiche importate dalla Cina

Enna -La Guardia di Finanza ha sequestrato migliaia di piastrelle per pavimenti rivelatesi altamente tossiche e nocive per la salute.
Il sequestro scatta dopo l'inchiesta della Procura di Enna, le piastrelle nere lucide all'improvviso cambiano colore e si degradano, rivelandosi pericolossissime.
Le Fiamme gialle hanno anche rintracciato due lotti venduti in Europa.
Pureblack è il nome delle piastrelle, che ha dato il nome all'operazione, partita da Enna e che ha consentito di rintracciare due lotti di piastrelle di importazione dalla Cina prima dell'immissione in commercio.
Secondo gli esami dell'Arpa “l'esposizione delle persone alle polveri generate dal calpestio” delle mattonelle “sia causa di danno, nel lungo periodo, alla salute delle persone”, anche per il sospetto che “nel ciclo produttivo che ha generato la mattonella siano stati inseriti rifiuti pericolosi”.
L'Istituto superiore di sanità, attivato dal ministero della Salute, segnala “possibili rischi per la salute dei consumatori”.
Nelle piastrelle sarebbero contenuti in quantità pericolose arsenico, nichel, piombo e cromo.
Il primo lotto di piastrelle era stato importato da una società di Mascalucia (Catania), il cui amministratore è stato denunciato in stato di libertà alla Procura, e poi rivendute ad altri negozianti di tutta la Sicilia, ignari della pericolosità del prodotto.
Sempre a Mascalucia è stato individuato un secondo lotto pericoloso, proveniente da Sassuolo (Modena), dove una società commerciale, il cui responsabile legale è stato denunciato alla Procura di Enna, l'aveva importato dalla Cina e venduto in tutta Europa, anche a catene di grande distribuzione.
I due lotti sequestrati erano stati prodotti da due diverse aziende della regione del Guangdong, nel sud della Cina, con identici stampi.
Dai documenti doganali e commerciali le Fiamme gialle hanno individuato gli esercizi commerciali cui erano state vendute le piastrelle e hanno sequestrato, con l'ausilio dei Reparti sul territorio, circa 7.000 pezzi in 15 operazioni.
Sono stati denunciati i rappresentanti legali delle società italiane d'importazione e commercializzazione.

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