BOLOGNA – Confermato dalla Cassazione il licenziamento per giusta causa di Marianna C., commessa a Bologna presso il punto vendita di una catena di profumerie.La causa sarebbe il linguaggio 'colpevole' della donna, sboccato e pieno di parolacce adottato durante la pausa pranzo in presenza di altre colleghe.La commessa era già stata richiamata dal direttore del negozio, probabilmente a seguito di alcune rimostranze della clientela.
La lavoratrice ha intentato il ricorso alla Suprema Corte, che però non ha avuto esito positivo.
Secondo il legale non si potrebbe riconoscere “che ai lavoratori dipendenti nei momenti della pausa di lavoro sia inibito un linguaggio adoperato normalmente da persone della stessa estrazione sociale, della stessa cultura e accomunate dalla familiarità che subentra in conseguenza di un lavoro quotidiano in uno spazio ristretto nell'azienda in cui operano”.
La conferma del licenziamento, intimato a dicembre 2008, era stata espressa in primo grado e dalla Corte di Appello di Bologna nel 2014.