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Petizione per salvare la biblioteca Marotta: superate le 7.500 firme

Gerardo Marotta, recentemente scoparso all'età di 89 anni, nel 1975 fondava, insime ad altri studiosi, l'Istituto Italiano per gli Studi filosofici nella cui biblioteca sono attualmente ancora “conservati” oltre 300mila libri.
Testi rari e introvabili, come quelli originali di Giordano Bruno e Gianbattista Vico, in cerca di una doverosa sistemazione definitiva. 
Antonio Luongo, ha lanciato su Change.org, una petizione, che ha superato le 7.500 firme, rivolta al governatore campano Vincenzo De Luca ed al Ministro Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini
Nella petizione si legge che tutto l'impegno profuso dall'avvocato, i traguradi raggiunti (Nel 1993 l'Istituto ebbe anche un pubblico riconoscimento in un rapporto Unesco: «L’Istituto organizza corsi e colloqui ovunque nell’Europa occidentale, pubblica opere in sei lingue, antiche e moderne, contribuendo a fare della sua città una vera capitale culturale») sono stati cancellati “con un colpo di spugna dalla negligenza della politica.
Dal 2009 per l'Istituto è iniziato un lungo calvario causato dai tagli indiscriminati dei fondi alla cultura. Il primo mandante politico fu Giulio Tremonti, ma nel corso degli anni sono cambiati i volti dei protagonisti, ma non l'indirizzo politico, finchè non si è giunti a rendere insostenibile per le finanze dell'anziano Marotta l'affitto dei locali della biblioteca dell'Istituto, sita in via Calascione, a due passi da Palazzo Serra di Cassano.
Ora la storica biblioteca è dispersa tra i depositi di un magazzino a Casoria, i sotterranei dell'Istituto Bianchi e le cantine di alcuni privati sostenitori. Un patrimonio inestimabile ormai inaccessibile e a rischio di deperimento o furto. Negli ultimi anni ho abbracciato la battaglia, insieme a Elena Coccia, attualmente vice-sindaco per la Città Metropolitana di Napoli, per ridare dignità all'Istituto in tutti i modi, trovando durante mio percorso grandissima sensibilità nei miei concittadini napoletani.
Nel 2013 insieme ad un Comitato Civico abbiamo raccolto oltre 10.000 firme, affinchè la giunta de Magistris e il sindaco in prima persona si impegnassero a risolvere la questione. Nell'aprile 2014 Abbiamo ottenuto attraverso una delibera di iniziativa consiliare, che l'Istituto venisse riconosciuto “BENE COMUNE DELLA CITTA' DI NAPOLI DI RILIEVO NAZIONALE E INTERNAZIONALE” affinchè questo scandalo potesse varcare i confini cittadini. Riuscimmo a sollecitare anche la Regione Campania. La Regione con una vecchia delibera di G.R. n. 6039/01, aveva individuato e acquistato, con fondi europei, un grande appartamento situato al n. 1 di Piazza S. Maria degli Angeli, già sede del Coni, per destinarlo a sede stabile della Biblioteca. Sembrava una possibile svolta. Eppure da allora solo un assordante silenzio. Nonostante i fondi già stanziati la situazione è rimasta immutata. Il 12 agosto 2016 abbiamo dunque deciso di occupare simbolicamente i balconi dell'appartamento assegnato alla Biblioteca per riaccendere i riflettori sulla vicenda già da troppi dimenticata. Uno striscione campeggia da quei balconi, per ricordare alla città questa ferita ancora aperta. Sentiamo ora l'esigenza di rivolgerci direttamente al governatore Vincenzo De Luca affinchè sblocchi questa assurda situazione e apra immediatamente la sede preposta di Santa Maria degli Angeli. Anche la procura di Napoli ha aperto un fascicolo sulla “mancata tutela” della Biblioteca dell'Istituto, ormai bene comune della città. Non c'è più tempo da perdere! GOVERNATORE DE LUCA APRA LA SEDE E CANCELLI QUESTO VERGOGNOSO EPISODIO DI CATTIVA POLITICA CHE SI TRASCINA ORMAI DA TROPPO TEMPO!”. 

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