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Newton in mostra a Napoli

“White Women. Sleepless Night. Big Nude”, titoli dei tre libri pubblicati da Helmut Newton a cavallo tra gli anni Settanta e il principio degli anni Ottanta, diventano, fusi insieme, il titolo di un progetto e una mostra voluta dalla vedova del fotografo tedesco June Newton, curata da Matthias Harder e Denis Curti, che verrà inaugurata al Palazzo della Arti Napoli il 25 febbraio e sarà apertà al pubblico fino al 17 giugno.
Nato a Berlino in una famiglia ebrea, il 31 ottobre 1920, a 12 anni acquista la sua prima macchina fotografica, e dal 1936 inizia a lavorare con la fotografa tedesca Elsie Neulander Simon, conosciuta come Ill de Yva.
Lascia la Germania nel 1938, a causa delle leggi razziali, imbarcandosi a Trieste sul piroscafo “Il Conte Rosso” e si rifugia a Singapore, lavorando come fotografo per il Straits Times.
Espulso giunge in Autralia, dove nell'aprile del 1942 entrò nell'esercito australiano. 
Dopo la guerra, presa la cittadinanza australiana, lavora come freelance per l'edizione australiana di «Vogue».
Tornerà in Europa nel 1958 a Parigi dove entra definitivamente nel mondo della moda e delle riviste patinate «Vogue», «Elle», «Marie Claire», «Jardin des Modes», «Queen» e «Playboy».

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