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Russia approva una legge che depenalizza la violenza domestica

Con 380 voti a favore e tre contrari, il disegno di legge che depenalizza la violenza domestica è stato approvato, in maniera definitiva, dalla Camera Bassa (Duma). Prima di entrare in vigore l’iniziativa dovrà passare in Senato e poi essere sottoscritta dal presidente Vladimir Putin.
La bozza di legge era stata proposta dalla senatrice conservatrice Yelena Mizulina (già autrice della legge contro la propaganda gay), dopo che una sentenza della Corte suprema aveva depenalizzato le percosse che non infliggono danni fisici senza però toccare il carattere penale delle percosse contro i propri familiari.
Il disegno di legge rimuove dal Codice penale russo il reato di “percosse in famiglia” declassandolo a un illecito amministrativo punibile con un’ammenda tra i 5mila e i 30mila rubli (80-470 euro), l’arresto da 10 a 15 giorni o 60-120 ore di servizio civile. La violenza domestica resterà un crimine punibile con due anni di carcere solo nel caso in cui venga ripetuta più volte nello stesso anno o sia motivata da odio o teppismo. Il crimine ritorna inoltre nell’ambito delle “azioni giudiziarie private”, dove spetta alla vittima raccogliere le prove e denunciare l’abuso.
Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma, ha fatto sapere, di concerto con quanto affermato da Putin prima dell'approvazione (“Così si distruggono le famiglie. Meglio non esagerare con la punizione. Non fa bene) e anche da molti altri in primis la Mizulina (“un genitore avrebbe rischiato il carcere solo per una sculacciata, tradizionale mezzo di educazione russo”), che la legge aiuterà a costruire “famiglie forti”. 
Le statistiche “ufficiali” mostrano che il 40% di tutti i crimini violenti avviene tra le pareti domestiche.
Ma, secondo le ricerche indipendenti, lo scenario è in realtà peggiore: per un rapporto delle Nazioni Unite del 2010, 40 donne al giorno e 14mila l’anno vengono uccise in Russia da mariti o compagni, mentre 600mila subiscono abusi domestici.

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