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150 milligrammi, la battaglia di una donna

Avvincenti, accese e profondamente provocatorie, queste alcune delle parole per descrivere le sensazioni trasmesse dalla dottoressa Irène Frachon, protagonista del nuovo capolavoro di Emmanuelle Bercot, 150 milligrammi. Originariamente intitolato “La fille de Brest”, Bercot porta sullo schermo la storia della giovane dottoressa Irène Frachon, avvincente eroina nel caso Mediator. Nella sua rivisitazione cinematografica del caso, la regista si consolida sulle tematiche emotive della protagonista, (interpretata da Knudsen), donna che portando avanti una guerra sembratosi invincibile, non perde la sua indomabile grinta e dedizione ai pazienti. Dopo anni di lotta con le autorità farmaceutiche francesi e la casa farmaceutica Servier la dottoressa Frachon risulta vittoriosa in quanto il medicinale venne rimosso dal mercato nel 2009, dopo 33 anni sul mercato francese. Venduto principalmente come medicinale per pazienti diabetici, ma anche per chi volesse dimagrire, il Mediator è stato prescritto a circa cinque milioni di pazienti francesi, causando problemi cardiovascolari a centinaia di migliaia di persone.

 

Per vari aspetti, il cast, partendo dalla rispettabilissima Knudsen, riesce ad evocare un forte impatto sulla percezione emotiva e psicologia dello spettatore che, specialmente trovato nei personaggi interpretati dagli attori principali come Side Babett Knudsen, Benoit Magimel (nel ruolo del collega Antoine le Bihan), e Isabelle de Herthogh (nel ruolo della paziente Corinne Zacharria) che sviluppano una complessità psicologica che dona al film un solido senso di realismo. In definitiva, la trama è sviluppata accuratamente con un copione vicino alla realtà dei fatti accaduti, che anche in certe istanze, romanza come una quasi testimonianza i fatti realmente riscontrati dalla dottoressa Frachon. In quest’ottica, la lotta della dottoressa Frachon presenta un messaggio risolutivo del tutto relazionato al più esteso concetto di contesa, dimostrando come l’implacabile perseveranza interna può sopraffare anche il più forte avversario. Grazie a questo sviluppo, la regista mostra alcuni degli aspetti universali del confronto psiclogico, la paura ma allo stesso tempo, la risoluta determinazione, due elementi emotivi prettamente legati non solo al tema della trama, ma al conflitto tra persone.



il caso Mediator: lo scandalo del medicinale Mediator, prodotto dalla casa Servier dal 1976 al 2009 come prodotto dietetico e per chi soffriva di diabete, accusato di aver causato danni alle valvole cardiache di migliaia di persone, portando al decesso di circa 2.000 persone nella sola Francia.

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