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Cassino: detenuto incendia la cella

E' accaduto stamattina nel carcere di Cassino.
“Alle otto e mezzo circa, un detenuto rumeno di 25 anni ha dato fuoco al materasso della stanza numero 10 del Reparto Accettazione, ex Isolamento. Lo stesso era in quel reparto per aver partecipato ad una rissa il giorno 9 scorso per cui aveva ricevuto una sanzione dell'esclusione dalle attività in comune per 15 giorni”, racconta Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria.
“Poteva essere una tragedia” continua Somma “sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel Reparto e dal successivo impiego degli altri poliziotti penitenziari. Sono stati bravi i poliziotti penitenziari in servizio nel carcere saluzzese a intervenire tempestivamente, con professionalità, capacità e competenza”.
L'episodio evidenzia da Roma il il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, non è isolato ma mostra il ciclico ripetersi di eventi critici in carcere che vede coinvolti detenuti stranieri.
“'E' sintomatico”, spiega il leader nazionale dei Baschi Azzurri, “che negli ultimi dieci anni ci sia stata un'impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni '90 sono passati oggi ad essere oltre 18mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d'origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia”. Secondo Capece, poche anzi pochissime sono state infatti fino ad oggi le espulsioni ed “è solo grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziari, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche dei Reparti di Polizia Penitenziaria del Lazio”.

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