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Ancona, arrestato il capo di un'organizzazione criminale coinvolta nell'immigrazione clandestina

ANCONA – Si è appena conclusa un'operazione transnazionale che ha visto collaborare la Polizia di Ancona con la Polizia federale tedesca, il coordinamento della Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona e la Procura della Repubblica di Hof-Baviera.Arrestati due pakistani, uno ritenuto il capo di un'organizzazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.L’organizzazione introduceva illegalmente in Germania e in Francia decine di connazionali in cambio del pagamento di somme tra i 3.000 e gli 8.500 euro transitando dalla Turchia-Grecia-Macedonia-Serbia-Austria-Ungheria, fino in Francia, passando anche per l'Italia; i clandestini giunti a destinazione richiedevano asilo politico.L'uomo –  Mekmood Muhammad -è stato arrestato a Macerata,mentre l'altro è stato fermato in Germania, come anche altri due connazionali; altri due fermati a Senigallia. L'immigrazione clandestina che si sviluppa lungo la «rotta balcanica» ha condotto in Italia illegalmente poco meno di un centinaio di pakistani.Una volta arrivati, in base alla Convenzione di Dublino, è stato chiesto il diritto d'asilo.

I cittadini extracomunitari in fuga dai Paesi di origine possono infatti fare domanda solo nel primo Paese membro dell'Ue in cui arrivano.La Convenzione di Dublino del 1990 intende così gestire i flussi migratori e un'eventuale doppia richiesta comporterebbe il rinvio al Paese di approdo.È possibile rilevare la doppia domanda grazie a un database – Eurodac – in cui vengono inseriti i dati del profugo e le impronte digitali, così da consentire un controllo incrociato.I candidati che possono fare domanda sono coloro che fuggono dai Paesi di origine a causa delle guerre o perchè perseguitati per motivi di natura politica o religiosa; non possono fare domanda coloro che hanno commesso un crimine contro la pace, un crimine di guerra o contro l'umanità,un crimine grave di diritto comune al di fuori del paese di accoglimento e prima di esservi ammesso in qualità di rifugiato; chi si sia reso colpevole di azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Oggi si creano situazioni di congestionamento nei Paesi di arrivo come Italia e Ungheria a causa di una regola che apre le porte a un nuovo dibattito: l'obbligo di registrarsi nel Paese di arrivo, dove il profugo è costretto a chiedere lo status di rifugiato e a rimanere nonostante il desiderio di proseguire verso altri stati, come Germania, Svezia, Regno Unito.Da un lato si genera il problema della gestione e dello smistamento dei migranti che devono essere trattenuti e ospitati; dall'altro il paradosso dei migranti che vorrebbero raggiungere altri Paesi e che invece rimangono bloccati.

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