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Sermoneta Città d'Arte perde i pezzi …ma non si deve sapere!!!!

Chi amministra Sermoneta può ignorare, o far finta di ignorare, che i nostri nonni alla fine dell’ottocento combatterono e vinsero una battaglia per non consegnare la chiesa e il convento di San Francesco al Demanio dello Stato? e possono, oggi, gli stessi amministratori cedere la chiesa proprio al Demanio senza che ciò si sappia e senza dare spiegazioni ai propri cittadini? Possono “calpestare” la memoria di quei sermonetani che andarono contro lo Stato con una causa che durò dal 1875 al 1880 per opporsi al decreto statale che stabiliva la soppressione degli enti religiosi e l’acquisizione al Demanio di tutte le chiese e conventi, compreso l’ordine dei mendicanti di San Francesco? Causa che i sermonetani di allora vinsero e che consenti loro di restaurare la chiesa e il convento nei primi anni del 1900 e a noi di goderne fino a qualche mese fa!. Quei cittadini, quei nostri nonni, oggi sono morti due volte perché le loro battaglie e i loro sacrifici non sono valsi a nulla. Da qualche mese e a distanza di secoli la chiesa di S.Francesco è stata consegnata al Demanio e non si potrà più visitare se non per volere di qualche funzionario del Ministero. E perché? Quale è la ragione? Un manifesto lo ha reso noto? Una delibera pubblicata nell’albo pretorio? Una assemblea? Non è dato saperlo, tutte bocche cucite!!! E di questo grave fatto probabilmente solo chi scrive ne ha avuto la certezza occasionalmente, leggendo il cartello di cantiere istallato sul fianco della chiesa in occasione dei lavori di messa in sicurezza del tetto e del campanile, cartello che riporta la verità: la Chiesa di San Francesco è di proprietà del FEC e il committente dei lavori è il Provveditorato alla opere Pubbliche del Lazio. Il paradosso è che molti cittadini non conoscono l’istituto del FEC del Ministero dell'Interno (Fondo Edifici per il Culto), è una sigla indecifrabile, e vedendo i ponteggi e i lavori di messa in sicurezza hanno pensato ad un intervento meritorio del comune, e la beffa, anche in questo caso, è che nessuno li ha smentiti!! E cosa ne è stato di tutti gli arredi sacri, i dipinti, le sculture, gli oggetti appartenuti ad altre chiese che erano stati depositati dentro la chiesa? anche qui silenzio totale della amministrazione, tutti complici nel tacere!. Dove è la trasparenza promessa, la condivisione? la democrazia? Era stata promessa infatti una assemblea per riconsiderare la scelta della ztl al centro storico, …non c’è mai stata e non se ne parla più, nessuna assemblea ma intimidazioni di varia entità a chi aveva organizzato la raccolta firme per impedirne la realizzazione!.

A Sermoneta si amministra senza stress perchè basta nascondere, omettere le scelte scomode, “lavare i panni sporchi in casa” come mi disse una volta un amministratore alla massima carica ammettendo sia l’esistenza di panni sporchi da occultare che l’idea che la “casa” non la considerava la casa di tutti ma solo la sua evidentemente!!. Per la cessione della chiesa di S.Francesco al FEC si è scelto il silenzio, umiliando in questo modo la storia e l’impegno civico di molti che si sono impegnati e si impegnano per arricchire di arte e cultura la città! Eppure abbiamo un sindaco, un vicesindaco e assessore alla cultura, uno al turismo che in ogni occasione ci ricordano che Sermoneta ha il titolo di Città d’Arte e che loro ci tengono a promuoverla come tale! abbiamo un consigliere-assessore al centro storico che è stata votata perchè ha impostato la propria campagna elettorale proprio sulla promessa di condividere i problemi della città antica con gli abitanti del borgo, ma quale è l'occasione che sta aspettando? Che senso ha il titolo di Città d’Arte per questi amministratori? città dell’arte “sopravvissuta” all’indifferenza, città dell’arte buona per una parata! città d’arte in svendita visto che perde i pezzi più preziosi, città d’arte priva dei cittadini visto lo spopolamento continua inesorabilmente! E, come sempre, la domanda delle domande è : ma se la maggioranza non parla perché la minoranza tace? Forse sono già al lavoro per l’ennesimo rimpasto alle prossime elezioni dove si unirà ”Sermoneta domani” con “Sermoneta più che mai” insieme a “Sermoneta vogliamoci bene” con pezzi di “Sermoneta per sempre”? …sigle inventate evidentemente ma che testimoniano una sola cosa : che di politica non si parla più ma solo di relazioni tra “ uomini e donne” che alternativamente si scambiano la fascia tricolore sul petto!!!. Forse è giunto il tempo della serietà, della preparazione, è tempo di scegliere uomini e donne che sappiano immaginare un futuro per il proprio territorio per i prossimi cento anni e non danno per scontato per i centri storici un fututo di città-cartolina e di un territorio da riempire con opere senza qualità. E’ arrivato il tempo di pretendere di essere amministrati da chi non sceglie di fare politica perché non ha altro da fare ma da politici che parlano ai propri cittadini e non considerano questo un rischio per la propria poltrona, amministratori che non hanno l’obiettivo di durare cinquanta, trenta, venti anni come chi governa oggi, politici che umilmente spiegano anche le questioni scomode, che non svendono il patrimonio del proprio paese come se non appartenesse alla collettività! Quanto ancora bisognerà aspettare per una classe politica checome ci ha ricordato il nostro Presidente Mattarella nel discorso di fine anno?.

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