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Fiat – Chrysler: il Made in the USA

 

 

“Era un atto dovuto al paese”, queste le parole del CEO del gruppo Fiat – Chrysler Automobiles (FCA) Sergio Marchionne a Detroit all’inaugurazione del Salone dell’Auto. Il commento di Marchionne si riferisce alla decisione del gruppo FCA di investire un miliardo di dollari in due stabilimenti in Michigan e Ohio, un’operazione che porterebbe alla creazione di 2.000 nuovi posti di lavoro. In una scelta idonea al messaggio politico del presidente eletto, il gruppo FCA ha mostrato il suo impegno nel mercato statunitense, un impegno secondo molti credibilmente motivato dalle minacce del presidente eletto di tassare le automobili importate. FCA, però, non è la prima casa automobilistica a rispondere in questo modo alle dichiarazioni del presidente eletto, se ricordiamo i gruppi Volkswagen e Ford, che si sono mossi con decisione sul mercato statunitense. Come riportato dal Business Insider, sono 7 miliardi di dollari gli investimenti previsti dalla Volkswagen AG tra il 2015 e il 2019 secondo Hinrich Woebcken, capo esecutivo della Volkswagen North America. Per di più, la proposta della Ford di investire 1,6 miliardi di dollari negli stabilimenti in Messico è stata cancellata, optando invece per lo stanziamento di 700 milioni di dollari per le operazioni in Michigan.

 

 

Inoltre, per il gruppo FCA si parla anche di un potenziale spostamento dello stabilimento di produzione dei mezzi pesanti RAM dal Messico al Michigan. Come riportato sulle pagine di Reuters e Business Insider, questo potrebbe indicare uno spirito volenteroso nel gruppo di ottenere sollievo dalle dure regolamentazioni sui consumi emanate da Obama, considerate da molti come un freno economico sulle case automobilistiche negli Stati Uniti. 

 

Peraltro, secondo una fonte vicina al gruppo, in risposta alle dichiarazioni del presidente eletto sulle importazioni, gli esecutivi del gruppo FCA non avrebbero conferito con il presidente eletto prima di aver dichiarato la scelta d’investire nella loro produzione negli USA. Infatti, di fronte a queste pressioni, Sergio Marchionne commenta dicendo “Noi continuiamo a rinforzare gli Stati Uniti come un centro mondiale per la manifattura”, aggiungendo poi «Da quello che capisco, e capisco poco» un’unione fra General Motors e FCA «dovrebbe piacere al presidente eletto», in ogni caso «non ho avuto contatti diretti con lui, l’ho conosciuto in passato». Visibilmente lieto della proposta del gruppo, che impiega gia oltre 80.000 lavoratori americani, il presidente eletto ha commentato via Twitter «Finalmente è successo. Fiat Chrysler ha appena annunciato di voler investire un miliardo di dollari in Michigan e Ohio, con un incremento di 2.000 posti di lavoro. Grazie Fiat». 

 

In un rinforzo di patriottismo o possibile timore, gli investimenti di numerose case automobilistiche americane e non tornano nella Motor City americana. Un indiscutibile effetto della linea dura assunta dal presidente eletto sulla possibilità di un rialzo dei costi d’importazione di automobili dal Messico, una politica che i dirigenti industriali temono da tempo.

 

Fabio van Loon

 

 

 

 

Contenuti esterni

 

http://www.inautonews.com/wp-content/uploads/2016/04/FCA-WARREN-plant-Ram-1500-1024×519.jpg

 

http://www.clubalfa.it/9071-fca-investimenti-modelli.html

 

http://www.trucktrend.com/news/1607-jeep-assembly-plants-will-receive-105-billion-investment-from-fca/photo-gallery/

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