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Merola, NO all'apertura del #Cie: «Non bisogna inseguire un allarme con uno strumento inadeguato»

BOLOGNA – A parlare il sindaco di Bologna Virginio Merola riguardo la proposta del ministro dell’Interno di aprire un Cie in ogni regione. «Mercoledì vedrò il ministro Marco Minniti e gli dirò la mia contrarietà ad aprire un Cie a Bologna. Non si può sostituire un hub che funziona egregiamente e che è stato pilota in Italia con un Cie. Non bisogna inseguire un allarme con uno strumento inadeguato». «La mia proposta – continua il sindaco – è quella di non fare strutture diverse, ma quella di far funzionare l’identificazione durante il regime carcerario. Nessuno dice che non ci sia un problema, ma sicuramente ci sono metodi più efficaci: abbiamo esperienze di anni che hanno dato i risultati che hanno dato. Ovviamente ho chiaro che nessuno parla dei vecchi Cie, che erano un luogo disumano, più volte condannato dall’Europa e anche il più prevenuto avrebbe capito che era una situazione che alimentava la criminalità».«Io – spiega Merola, riferendosi all’incontro di mercoledì – vado ad ascoltare Minniti con delle posizioni chiare, chiedendo chiarimenti su determinate questioni. Manterrò la mia posizione contraria facendo presente che a Bologna c’è anche una incompatibilità ambientale, abbiamo avuto due cortei contrapposti quando è stato annunciata la cosa, non c’è il clima per fare sperimentazioni nuove. Inoltre qui la situazione è sotto controllo e c’è un’esperienza positiva da proseguire». Poi aggiunge: «l’Europa faccia la propria parte, prendendo quote di quelli che abbiamo identificato e facendo accordi con i paesi di provenienza».
La proposta del ministro Minniti lascia sbigottita anche Sandra Zampa, deputata del Pd, che per anni ha lottato per la chiusura del Cie sotto le Due Torri, dal 2014 adibito ad Hub per l'accoglienza dei profughi. “Non permetteremo che via Mattei sia trasformato di nuovo in un Cie, faremo questa battaglia con Merola e la vinceremo assieme”.
In un'intervista spiega più nel dettaglio cosa ne pensa: “Se questa idea fosse confermata, servirà un lavoro parlamentare, assieme alla Regione e al Comune di Bologna, per scongiurarla. La riapertura del Cie sarebbe vissuta dai bolognesi come un atto grave. Poche cose in questi anni ci hanno visto uniti come la battaglia per la sua chiusura”.Alla base della sua contrarietà ci sono anche le condizioni disumane in cui le persone sono costrette a vivere:”Il Cie era un posto disumano, nel mio ultimo sopralluogo abbiamo trovato escrementi vicino alle stanze dove dormivano i migranti. Sono esperienze spaventose e indimenticabili”.Ma quale potrebbe essere un'alternativa? La Zampa risponde che: “Per rendere efficaci i rimpatri servono accordi bilaterali con gli altri Paesi. Più che il pugno duro, usiamo la diplomazia. Dobbiamo rimpatriare chi delinque, non certo rinchiudere un padre di famiglia con il permesso di soggiorno scaduto”. Il pm Valter Giovannini non è d'accordo e appoggia la scelta del governo: “si prende atto della realtà”.Ma la deputata rimane fedele alla sua posizione: “Se Giovannini andasse a visitare un Cie si renderebbe conto che lì dentro la violazione dei diritti supera di gran lunga qualsiasi altro diritto”.

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