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Migranti e Bonus bebè- Inps lo nega, il Tribunale di Milano “extracomunitarie hanno diritto come italiane”

Milano -E' stato accolto dal Tribunale di Milano il ricorso di una mamma extracomunitaria e ha bocciato il requisito della carta di soggiorno: “Discriminatorio, va contro le norme europee”.
Le mamme o i papà stranieri che hanno in tasca un permesso di soggiorno, purché consenta di lavorare, hanno diritto al bonus bebè.
Discriminatoria è la condotta dell’Inps che nega il bonus bebè a una mamma extracomunitaria titolare di un permesso unico di lavoro della durata di due anni.
La signora si era vista rifiutare dall’Inps la domanda di assegno di natalità poichè non risultava in possesso di un «utile titolo di soggiorno», vale a dire del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.
La cittadina del Paese centroamericano risulta comunque titolare di un’autorizzazione che le consente di lavorare in Italia, dunque le va riconosciuto il diritto al bonus bebè venendo trattata come le altre mamme italiane, a parità di reddito Isee.
Il giudice Giulia Dossi ha accolto il ricorso della donna salvadoregna e le sono stati riconosciuti arretrati per 1.760 euro.
L’Inps dovrà dunque corrispondere alla signora le ulteriori quote mensili fino a quando resteranno le condizioni reddituali, con interessi legali dalle scadenze al saldo.
Il governo e il Parlamento avrebbero potuto evitarlo, ora si muovano ad adeguare la legge alle norme comunitarie di Bruxelles.
Nel 2016 l’Inps con una circolare aveva ribadito che le domande di chi non ha la carta di soggiorno vanno rigettate.
La decisione del Tribunale di Milano demolisce quella presa di posizione e apre la strada, oltre che ad altri ricorsi, alla presentazione delle domande da parte di chi finora credeva di non avere i requisiti.

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