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I pusher del fortino. Le grate della giustizia.

Le prime luci dell’alba questa mattina sono state diverse per i cognati trentenni L.D e C.J finiti in carcere nella giornata di ieri, per un reato che segue precedenti dello stesso tipo.
Su disposizione della Procura della Repubblica, il personale della Compagnia Carabinieri di Palestrina e della Stazione di San Cesareo ha inoltre eseguito numerosi decreti di perquisizione.

L’attività di spaccio andava avanti già da tempo ma le indagini svolte dai Carabinieri hanno saputo mettere un punto e il Dott. Mario Parisi, Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Tivoli, ha potuto ricostruire i fatti e disporre l’ordinanza cautelare.

I due cognati erano diventati pusher di cocaina popolari tra i giovani di San Cesareo, dove si erano da poco trasferiti direttamente da Tor Bella Monaca, e dove avevano creato un vero e proprio “fortino di spaccio”.
Telecamere per il riconoscimento degli assuntori, vedette in continua vigilanza e grate di ferro favorivano un promettente business ai due giovani; senza contare le due pistole nastrate e occultate nei terreni circostanti rinvenute mediante l’utilizzo di metal detector.

Ma come ogni cosa è destinata a finire, anche in questo caso la fine non ha tardato ad arrivare, anzi i 30 uomini con il supporto di due pattuglie cinofile non hanno tardato, nonostante la confusione gettata dagli imputati sull’attività 24h su 24h.

E se è vero quanto diceva Aristotele: “Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo.”
Questa volta L.D e C.J. dovranno imparare a farlo in un altro modo, riflettendo dietro le grate di ferro, non quelle del loro fortino bensì della Giustizia, che nel frattempo continua il suo corso con l’attività d’indagine.

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